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Mise: tagli incentivi alle rinnovabili ma senza effetti retroattivi

Mise: tagli incentivi alle rinnovabili ma senza effetti retroattivi(Rinnovabili.it) – “L’eccesso di incentivazione alle fonti rinnovabili, e in particolare al fotovoltaico, ha causato un repentino aumento degli oneri di sistema per il sostegno a tali fonti, passati da circa 1,5 miliardi di euro l’anno nel 2008 a 12 miliardi stimati per quest’anno, che incidono per oltre il 20% sulla bolletta elettrica”. Le parole sono quelle del Viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, audito oggi dal Comitato d’indagine sulla Green Economy delle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive. Quello che emerge dal lungo discorso tenuto da De Vincenti, è che il Governo non intende cambiar registro: i sussidi alle rinnovabili rimarranno sotto la lente del Mise, per il quale l’equivalenza “incentivi generosi = politiche per la green economy” è da considerarsi non solo sbagliata, ma addirittura “dannosa per gli stessi settori che pure possono contribuire a un evoluzione in senso ecologico del settore energetico”.

 

NO A TAGLI RETROATTIVI Tra le questioni più scottanti in riferimento alle green energy italiane c’è ovviamente il dibattuto provvedimento spalma-incentivi per il fotovoltaico, decreto ministeriale ancora in corso di definizione ma che ha allarmato il settore dell’energia pulita fin dalle prime indiscrezioni trapelate. Una misura di cui De Vincenti sottolinea il carattere volontario e “un approccio, comunque, che non comporterebbe tagli retroattivi del volume complessivo degli incentivi, ma piuttosto una ridefinizione dei tempi di erogazione dell’ammontare complessivamente spettante”. Il tutto, promette il Viceministro, mantenendo un dialogo aperto con operatori economici e finanziari.

 

L’ALLARME PER LE FER ELETTRICHE Altro tema affrontato durante l’audizione, quello della paventata fine dei sussidi alle rinnovabili elettriche differenti dal fotovoltaico. Un allarme, quello diffusosi tra gli operatori del settore, definito da De Vincenti “eccessivo”. “Alcuni commentatori hanno lanciato l’allarme sulla possibilità che il tetto di 5,8 miliardi di euro sia raggiunto entro l’anno, per effetto di due cause: l’impegno di spesa che conseguirà alla terza procedura di aste e registri e il concomitante (e atteso) calo del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica. […] In ogni caso, terminato questo primo periodo di applicazione delle nuove modalità di incentivazione, subito dopo l’estate si tireranno le somme e si valuterà il da farsi per il futuro”.

 

Da rivedere in parte anche il Conto Termico. “In questa fase di avvio è emersa la necessità di introdurre dei correttivi allo strumento, soprattutto di tipo procedurale, che consentano un accesso più agevole soprattutto alle P.A., sono significative le ricadute potenziali del Conto termico sulle imprese delle costruzioni e della termo meccanica”.

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