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Mercato libero dell’energia, per le famiglie i benefici tardano ad arrivare

AEEGSI: dalla concorrenza positivi risultati per la bolletta delle piccole imprese, sono invece in ritardo i suoi effetti per le famiglie

Mercato libero dell’energia, per le famiglie i benefici tardano ad arrivare

 

(Rinnovabili.it) – Il mercato libero dell’energia elettrica è attivo in Italia dal 2012. Da allora a oggi è cresciuta in maniera omogenea la pluralità nell’offerta, con operatori attivi passati in quattro anni da 219 a 335. Se si guarda, però, ai clienti domestici la fiducia nel mercato libero sembra essere ancora poca. Per le famiglie italiane il servizio di Maggior tutela rappresenta ancora la modalità di fornitura prevalente: nel 2015 poco meno di un terzo si è approvvigionato sul mercato libero (32%). I dati sono quelli riportati nel ‘Monitoraggio dei mercati retail’, dell’AEEGSI che spiega come, ad oggi, il comportamento più comune sia quello di rimanere o tornare nel servizio tutelato, dove l’energia ha un prezzo che riflette le condizioni prevalenti nel mercato all’ingrosso. Tutto l’opposto delle piccole imprese che nello stesso lasso di tempo sono diventate più abili nel cogliere le offerte del mercato libero.

 

Il motivo? Probabilmente a causa di “una parziale fiducia nei mercati stessi o semplicemente per indifferenza sul tema”, da parte delle famiglie italiane, unitamente alla minore appetibilità per i venditori. Per quanti decidono di affrontare il passaggio, rimane il vantaggio competitivo degli esercenti in maggior tutela nel convincere i clienti a scegliere una loro offerta collegata nel libero (il 67% dei passaggi al libero sono a loro favore).

 

A fare da deterrente sono in parte anche i costi maggiorati. Come spiega l’Authority, sia nel settore elettrico che in quello del gas, “poiché le offerte del mercato libero sono spesso caratterizzate dalla presenza di ulteriori servizi collegati alla fornitura e non presenti nei regimi di tutela (che, come noto, non presentano servizi aggiuntivi rispetto al kWh/m3)” nel biennio 2014‐ 2015 la spesa sostenuta dai clienti domestici sul mercato libero sembra essersi attestata “su valori mediamente più elevati rispetto a quelli nei regimi di tutela”.

 

Si legge nel report: “L’analisi deve necessariamente considerare che il prezzo del mercato libero, come detto, comprende una quota di elementi aggiuntivi alla fornitura di energia (come programmi fedeltà, servizi extra, energetici e non) che ne rendono assai ardua la comparazione. Inoltre le offerte disponibili sono sempre più caratterizzate da un prezzo fisso (come emerge dalla preponderanza di questa tipologia di offerte anche nel ‘TrovaOfferte’ dell’Autorità rispetto a quelle a prezzo variabile). Tale tipo di offerte necessita che il venditore acquisisca ‘coperture’ per il rischio di incrementi futuri del prezzo, con un differenziale di ‘assicurazione’ pagato in più dai clienti. Per offerte di pari contenuto il differenziale per ottenere un prezzo fisso si riduce decisamente con la sottoscrizione online dei contratti, grazie alla quale i venditori minimizzano i costi di acquisizione del cliente rispetto agli altri canali di vendita, consentendo offerte mediamente più vantaggiose per i consumatori”.