(Rinnovabili.it) – Da una parte c’è una comunità politica cauta sulla crescita futura delle rinnovabili, dall’altra un comparto elettrico sfidante che chiede obiettivi chiari e ambiziosi. Questa è l’Europa di oggi, divisa a metà tra potenzialità e volontà; una spaccatura che per molti versi si riflette anche nella situazione italiana. Se nell’UE a mancare di ambizione è il pacchetto Energia 2030, in Italia è la SEN 2030 a riproporre quell’approccio remissivo che destabilizza gli investitori. Come affrontare allora l’attuale transizione energetica permettendo al comparto delle fer di continuare a crescere? A rispondere è il convegno “L’Italia e le Energie Rinnovabili”, promosso da Enel e tenutosi oggi a Roma.
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Durante la giornata si sono alternate una serie di tavole rotonde, precedute dal saluto iniziale del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e dell’Amministratore Delegato di Enel, Francesco Starace. L’azienda è alla ricerca di una posizione condivisa con cui affrontare l’attuale sfida, come spiegato l’a.d. di Enel Green Power, Antonio Cammisecra “Non chiediamo incentivi ma serve un quadro regolatorio stabile per consentire alle rinnovabili di muoversi in un contesto competitivo”.
Una necessità condivisa anche da Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, il think tank che analizza l’economia dell’energia, dell’ambiente e delle utility. Per raggiungere l’obiettivo delle rinnovabili elettriche sui consumi finali lordi indicato nella SEN 2030, spiega Marangoni “occorre adottare un disegno di regole che permetta di integrare le energie come l’eolico o il fotovoltaico nel mercato elettrico e occorre l’adozione di contratti di lungo periodo, che offriranno nuove opportunità di crescita, specie per quelli di grande taglia nel medio-lungo termine”.
Secondo i dati dell’Irex Annual Report 2017, l’anno il nostro Paese ha investito nelle green energy 7,2 miliardi di euro, ma quasi tre quarti di questa cifra sono andati all’estero. “Ora si deve tornare ad investire anche in Italia”, aggiunge il ceo di Althesys.
Un ritorno “in patria” che, a dir la verità, fa già parte del piano strategico 2018-2020 dell’Enel e di quegli 8,3 miliardi di euro messi nelle previsioni di investimento. Ma il colosso oggi ha rilanciato: la società potrebbe anche fare di più al livello nazionale. “C’è un grande spazio. E’ qualcosa che valuteremo nel corso del prossimo anno quando le cose saranno più chiare”, ha affermato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. Le attese sono tutte rivolte al processo di valutazione della Strategia energetica nazionale da parte della Commissione europea. A valle di ciò, ha proseguito Starace, “vedremo quale politica il governo vorrà mettere in atto”.
Roma dal canto suo non fa promesse ma solo qualche conto. Nel suo intervento il premier Gentiloni parla delle rinnovabili come un “settore assolutamente competitivo” da cui attendersi una mano per la futura occupazione. “Riguardo la transizione verso le rinnovabili posso dire che porta con sé anche un numero significativo di posti di lavoro[…] I posti di lavoro potrebbero passare, a livello globale, dai 10 milioni del 2016 ai 30 milioni del 2030”.
L’intervento integrale del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni