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South Australia: per la rete la mega batteria Tesla è la scelta giusta

L'impianto di Hornsdale si ricarica durante la notte e fornisce energia nelle ore di punta del pomeriggio

mega batteria Tesla

 

 

(Rinnovabili.it) – Quando a fine 2017 il South Australia inaugurò la mega batteria Tesla, i più critici si affrettarono a bocciare il progetto come un inutile dispendio di soldi. Ma in questi mesi l’impianto di Hornsdale ha dimostrato non solo di riuscire a rispondere meglio di altri sistemi di backup ai problemi di corrente, ma anche di poter dare una mano importante alla flessibilità di rete. A riferirlo è l’ultimo audit nazionale sulle emissioni energetiche del think tank Australia Institute. Il documento riporta gli ultimi dati sulla domanda, la produzione e le emissioni derivate, nel mercato nazionale dell’elettricità.

Il primo elemento che salta agli occhi è la profonda discrepanza che divide l’Australia meridionale e la Tasmania da New South Wales e Queensland. Questi ultimi sono oggi gli Stati più in ritardo sulla transizione energetica: le fonti fossili forniscono ancora, rispettivamente, il 95 e il 90 per cento della produzione elettrica totale. Al contrario, il South Australia è riuscito a portare gas e carbone alla metà del mix, mentre il piccolo Stato insulare ottiene da idroelettrico, vento e solo oltre il 90% della sua elettricità.

 

Gli autori della relazione hanno esaminato da vicino anche il lavoro svolto dalla mega batteria Tesla di Hornsdale, analizzandone i modelli di carica e scarica, in relazione alla produzione della wind farm a cui è collegata e ai picchi di rete. Hanno scoperto così l’esistenza di un modello costante: il sistema di accumulo si carica per lo più durante la notte quando la generazione eolica è abbondante ed economica, scaricandosi nella rete durante il tardo pomeriggio, quando i prezzi della domanda e del mercato spot raggiungono i livelli massimi.

 

Solo il 30% dei 100 MW di capacità della capacità è stato dedicato finora a questo tipo di trading, mentre il resto è speso per la stabilizzazione del sistema energetico mantenendo la frequenza della rete ai 50 Hz e 240 volt richiesti. Anche con una relativamente piccola capacità dedicata a livellare la domanda – a conti fatti fornisce solo circa l’1% della domanda di punta nello Stato – secondo gli esperti il sistema di storage sta ricoprendo un ruolo prezioso. “I Watt possono sembrare pochi considerando l’intero sistema, ma la batteria sta fornendo energia critica nei momenti critici”.

 

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