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Macron svela il piano energetico della Francia

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Il piano energetico della Francia diventerà definitivo nell’estate 2019

 

(Rinnovabili.it) – Il presidente della Francia Emmanuel Macron, di concerto con il ministro dell’ecologia François de Rugy, ha presentato il tanto atteso piano energetico della Francia, una tabella di marcia con cui il paese affronterà la sfida dei cambiamenti climatici, limitando drasticamente le emissioni di gas serra che sono in aumento dal 2015, e diversificherà il mix energetico, riducendo la dipendenza dall’energia nucleare. Secondo quanto annunciato da Macron, infatti, la quota di elettricità prodotta dalle centrali nucleari sarà ridotta del 50% entro il 2035, estendendo di 10 anni l’obiettivo del 2025 stabilito dal suo predecessore, François Hollande.

 

Nel suo discorso il Presidente ha detto che entro il 2035 saranno chiusi 14 dei 58 reattori nucleari francesi, compresa la già programmata chiusura di due reattori nell’impianto di Fessenheim, aggiungendo che la Francia migliorerà le interconnessioni energetiche con i paesi vicini per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento e mantenere bassi i prezzi dell’energia. Oltre alla chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2022, ambizioso anche il piano per lo sviluppo delle energie rinnovabili: il sostegno finanziario per lo sviluppo delle energie rinnovabili aumenterà dagli attuali 5 miliardi di euro a 7-8 miliardi di euro all’anno, mentre la produzione di parchi eolici terrestri triplicherà entro il 2030 e la quantità di energia prodotta dal fotovoltaico sarà cinque volte superiore a quella attuale.

 

Se l’Eliseo ha tardato tanto a formalizzare questo piano energetico è semplicemente perché, ha spiegato Macron, i compromessi non sono facili, tra un’energia nucleare che rimane il polmone energetico del paese e l’energia rinnovabile alla ricerca di una vera traiettoria di sviluppo. La presentazione del piano energetico della Francia è solo il primo step. Siamo solo all’inizio di un processo che durerà mesi, dato che il piano dovrà essere presentato a diversi organi consultivi, per poi arrivare alla sua versione finale nell’estate del 2019. Intanto, in seguito al discorso del presidente, le azioni del colosso energetico EDF controllato dallo stato sono crollate del 4% circa.

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