Nelle osservazioni alla proposta di SEN diffusa dal MSE, il Vice Presidente Zanchini sottolinea la mancanza di coraggio e innovazione per un abbandono definitivo delle fonti fossili
Nello specifico, nel mirino di Legambiente ci sono:
- strategie generiche e strumenti inadeguati per ridurre le importazioni e i consumi di fonti fossili (unitamente all’assenza di valutazioni sui costi relativi alla gestione agli impianti convenzionali);
- la scelta di puntare ad aumentare la produzione di idrocarburi nazionali (“Una prospettiva che appare insensata non solo da un punto di vista ambientale ma anche rispetto agli obiettivi previsti dal documento di riduzione della dipendenza dall’estero e della bolletta energetica”.);
- le critiche ai costi degli incentivi per le FER senza valutarne i vantaggi apportati all’intero sistema (“Sicuramente qualche errore è stato commesso, ma i risultati in termini di produzione sono stati costanti in tutti questi anni e nel 2012, da gennaio a ottobre, il solo contributo di eolico e solare ha superato l’11% della produzione netta nazionale”.);
- la poca chiarezza sulla questione delle bollette elettriche, aumentate, ha spiegato Zanchini, soprattutto a causa dell’aumento del prezzo del petrolio;
- la poca considerazione data al cambiamento positivo che le rinnovabili hanno provocato nel sistema energetico italiano e la definizione di obiettivi “verdi” irraggiungibili senza modifiche ai provvedimenti attuali;
- la mancanza di una politica adeguata a sostenere lo sviluppo dell’efficienza energetica;
- obiettivi generici sul trasporto legato alle rinnovabili (biocombustibili, biometano, raffinazione, veicoli elettrici);
Il Vice Presidente Zanchini si augura che le proposte avanzate da Legambiente possano essere ascoltate da chi di dovere perché mirano a “rendere più moderno e sostenibile il sistema energetico italiano, sono nell’interesse di cittadini e imprese” e possono avviare un cambiamento vero.
«Occorrono strumenti nuovi per muovere sul serio interventi di efficienza e per premiare l’autoproduzione da rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento, come fanno gli altri Paesi europei – ha commentato Zanchini – perché la prospettiva più lungimirante per un Paese come l’Italia sta in un modello distribuito di centrali pulite e efficienti, gestite da piccole imprese e cooperative».