Si è tenuto a Milano il terzo workshop, Energia solare e paesaggio, del programma di Master in Architettura del Paesaggio e di Formazione Permanente della UPC di Barcellona/ACMA
L’analisi ha messo in luce una frammentazione del paesaggio, sia a livello fisico che a livello percettivo, operata dalla rete primaria delle infrastrutture viarie e dalla presenza di piastre a vocazione logistica e commerciale. In particolare la sovrapposizione di questi elementi alla trama storica dei percorsi ha condotto ad un’interruzione delle connessioni lente in un territorio caratterizzato dalla presenza di emergenze storiche, come l’Abbazia di Viboldone. A ciò si aggiunge l’interclusione nel raccordo in esame di un’ampia superficie privata della sua funzione agricolo-produttiva. Obiettivi comuni delle pur diverse idee progettuali sono stati dunque la riqualificazione dell’area e la corretta introduzione nel patrimonio paesaggistico esistente di un nuovo sistema infrastrutturale, costituto appunto dai dispositivi di sfruttamento dell’energia solare.
La produzione energetica è stata strutturata su diversi livelli, nell’ottica comune di preservare il suolo destinato all’agricoltura dall’impianto a terra di tali sistemi. A tal fine dunque tutti i gruppi hanno optato per un posizionamento che non andasse a frammentare ulteriormente il paesaggio ma si avvalesse del supporto stesso fornito da infrastrutture viarie, volumetrie industriali, superfici impermeabili già esistenti, aree di pertinenza ed aree intercluse ormai incapaci di assolvere l’antico ruolo di suolo agricolo.
Alcune proposte hanno suggerito di sfruttare le superfici residuali dello svincolo autostradale con l’introduzione di elementi tridimensionali di captazione dell’energia fortemente connotati (per esempio “alberi fotovoltaici” con una produzione annua di 5.098 Kwh). In tal senso si è conferita all’area una nuova identità legata al concetto di land art ambientale.
Altre proposte hanno invece considerato i rilevati delle Tangenziali Est e Ovest e dell’Autostrada del Sole come elementi lineari a cui agganciare il sistema di pannelli fotovoltaici: si è ipotizzato da un lato di sfruttare la carreggiata per l’introduzione di un telaio e dall’altro di posizionare i pannelli lungo le scarpate rivolte a sud. Nella stessa ottica si è inserita la proposta progettuale che ha identificato le torri della linea elettrica come possibili supporti per la localizzazione di sistemi fotovoltaici tridimensionali; il risultato che ne scaturisce è un insieme di elementi puntuali sul territorio che si caricano di un nuovo, inedito significato.
Un’importante chiave di lettura del workshop è fornita dal tema della compensazione ambientale e paesaggistica. In tale ottica si è attribuito all’area interclusa uno specifico ruolo che garantisse la continuità dei corridoi ecologici preesistenti attraverso il superamento della pesante barriera dell’infrastruttura stradale e si è provveduto alla definizione di interventi di rimboschimento, di riqualificazione delle strutture vegetali esistenti, di potenziamento del sistema delle acque.