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Le rinnovabili conquistano un posto al sole

Nel 2035, le green energy conteranno per quasi un terzo della produzione mondiale di elettricità. Il rapido aumento sarà sostenuto principalmente dalla continuità degli incentivi

(Rinnovabili.it) – Lo sguardo al futuro energetico del Pianeta pubblicato ieri dall’IEA, ha tra i suo numerosi capitoli anche una spazio d’eccellenza dedicato alle fonti rinnovabili. Fonti che, come già accennato, sono destinate a premere sull’acceleratore consolidando il proprio ruolo nel mix energetico mondiale. Sotto la spinta del settore solare, prima tecnologia per velocità di crescita, le green energy nel 2015 diventeranno la seconda fonte principale utilizzata nella generazione elettrica mondiale, con una quota pari a circa la metà di quella del carbone. Il contributo crescerà ulteriormente nel 2035 quando le rinnovabili conteranno per quasi un terzo della produzione mondiale di elettricità.

 

A sostenere questa rapida crescita saranno una serie di fattori concomitanti: la riduzione dei costi delle relative tecnologie, l’aumento dei prezzi dei combustibili fossili, la definizione in alcuni paesi di un prezzo della CO2. Vero motore trainante però sarà la continuità degli incentivi governativi, che secondo le stime della IEA passeranno dagli 88 miliardi di dollari erogati a livello mondiale nel 2011 a circa 240 miliardi nel 2035. “Nel tempo – raccomanda l’Agenzia – le misure di incentivazione per sostenere i nuovi progetti in energie rinnovabili devono essere riviste per tener conto della riduzione dei costi delle tecnologie, conseguita con l’aumento della capacità installata, evitando che oneri eccessivi gravino su governi e consumatori”.

 

Altro dato interessante del rapporto, quello relativo al consumo di biomassa (per la produzione di elettricità) e di biocarburanti che quadruplicherà, determinando un aumento dei volumi scambiati a livello internazionale. “Le risorse mondiali di bioenergie – si legge sulla nota stampa – sono più che sufficienti a coprire la prevista domanda di biomassa e biocarburanti senza dover competere con le produzioni alimentari, anche se occorre gestire con attenzione le implicazioni che il loro utilizzo ha sull’uso dei terreni”.