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Le Banche europee sostengono la crescita

(Rinnovabili.it) – La BEI, insieme alla banca Mondiale e alla banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) hanno approvato ieri un nuovo piano d’azione comune volto a sostenere la ripresa economica e la crescita dell’Europa centrale e sud-orientale, in difficoltà a causa della crisi economica.

L’accordo prevede, per il periodo 2013-2014, investimenti per un valore complessivo di 30 miliardi di euro per la crescita dell’intera regione e per lo sviluppo dei paesi emergenti attraverso il sostegno delle imprese private e pubbliche, al settore delle infrastrutture e al sistema finanziario.

Nello specifico il programma annunciato ieri prevede il finanziamento di iniziative per la crescita economica attraverso la ristrutturazione, il consolidamento e la diversificazione, nonché di migliorare la competitività a lungo termine attraverso una maggiore disponibilità di credito a lungo termine, ma anche con iniezioni di capitale ove necessario e possibile, di una riforma della politica commerciale che mobiliti anche i finanziamenti esteri.

 

Dal canto suo la BEI ha deciso di stanziare un fondo del valore minimo di 20 miliardi di euro che serviranno a sostenere progetti e finanziamenti a breve e lungo termine in settori chiave quali le PMI, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’innovazione e la convergenza. Werner Hoyer della BEI ha dichiarato: “Accolgo con grande favore lo sforzo coordinato delle nostre istituzioni. Credo che ognuno, nel proprio settore di competenza, possa contribuire alla crescita consolidata in Europa centrale e sud-orientale. La BEI, come la banca dell’UE, sosterrà la crescita e l’occupazione nella regione mantenendo sempre la necessità di migliorare la competitività a lungo termine come il fattore guida.”

La Banca Mondiale fornirà invece un budget di 6,5 miliardi di euro mentre dalla BERS arriverà un supporto da 4 miliardi di euro. Il Piano d’azione prevede di investire questo denaro in particolare negli stati europei emergenti, concentrando gli sforzi in Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Estonia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Ungheria, Kosovo, Lettonia, Lituania, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia.

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