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Nella Regione Lazio un call center sulle energie rinnovabili

La giunta regionale ha stretto un nuovo accordo finalizzato a realizzare iniziative e progetti volti allo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sul territorio

Nella Regione Lazio un call center sulle energie rinnovabili(Rinnovabili.it) – Dopo aver firmato un protocollo con l’Enea per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo attraverso un nuovo piano energetico regionale, la Regione Lazio prosegue la sua strategia di crescita sostenibile con un nuovo patto a due. Stavolta la controparte è il Gestore dei Servizi Energetici, con cui la giunta regionale ha stretto un nuovo accordo finalizzato a realizzare iniziative e progetti volti allo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili sul territorio. Tra gli obiettivi della Convezione, siglata stamani dal Presidente della Regione, Nicola Zingaretti e dal Presidente e Amministratore delegato del GSE, Nando Pasquali, c’è quello di attivare un call center dedicato, per fornire informazioni sull’accesso agli incentivi per le fonti rinnovabili e il risparmio energetico.

 

La convenzione coinvolgerà le strutture sanitarie e gli enti gestori dell’edilizia residenziale pubblica, supportando la ricerca e promuovendo la formazione di specifiche filiere produttive della green economy. Dal canto suo, il GSE assisterà l’imprenditoria locale, in particolare nell’euro progettazione, fornendo informazioni su bandi di gara internazionali e possibilità di partnership, e affiancherà la Regione Lazio nella predisposizione di progetti volti alla riqualificazione energetica delle sedi istituzionali e del patrimonio regionale, a cominciare dal palazzo della Regione in via Cristoforo Colombo. Per Zingaretti “l’efficientamento energetico degli immobili pubblici, significa non solo vivere meglio, ma anche spendere meno in energia, ed è un grande tema. In un periodo di tagli delle risorse alla pubblica amministrazione – ha proseguito – spesso l’efficientamento energetico è stato messo da parte. Questo è un errore, in quanto un edificio che ha un buono standard di efficientamento energetico costa meno alla pubblica amministrazione”.