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KEY lancia l’appuntamento 2026 forte di nuovi successi

KEY lancia l'appuntamento 2026 forte di nuovi successi
RIMINI FIERA IEG EXPO – Key choice.

I numeri da record di KEY 2025

Il futuro dell’energia va realizzato assieme. Coinvolgendo tutte le parti in gioco verso un unico obiettivo condiviso e realizzabile. Lo ha dimostrato ancora una volta KEY – The Energy Transition Expo, la manifestazione internazionale sulle rinnovabili e l’efficienza energetica organizzata a Rimini da IEG. L’appuntamento si è chiuso venerdì 7 marzo dopo tre intense giornate di eventi, networking e interlocuzioni e con numeri da record. Confermando l’appuntamento come  l’expo di riferimento in Europa, Africa e bacino del Mediterraneo per la transizione energetica.

Non solo è aumentata la superficie espositiva (90.000mq) e il numero di padiglioni occupati (20) ma sono cresciute anche le presenze totali. Un più 20% rispetto a KEY 2024, in cui il dato estero ha aumentato il peso (più 40% rispetto lo scorso). D’altra parte sugli oltre 1.000 espositori presenti a KEY 2025 oltre il 30% era estero. Con ben 350 hosted buyer e delegazioni provenienti da 50 Paesi presenti nella tre giorni grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e dell’Agenzia ICE e alla collaborazione con le più importanti Associazioni del settore. Il tutto arricchito dagli oltre 160 eventi, convegni e workshop in agenda, tra cui Smart Building Revolution di Rinnovabili HUB.

Le tendenze della transizione energetica

Ma al di là dei numeri, il successo di KEY si conferma anche grazie alle novità, tendenze e tematiche emerse durante la manifestazione. Il grande leitmotiv che ha caratterizzato la tre giorni è quello della transizione energetica come un processo inarrestabile  che corre su due binari: innovazione e collaborazione.

Innovazione come quella valorizzata dal Premio “Lorenzo Cagnoni”. Il riconoscimento è stato assegnato a sette espositori per i progetti più innovativi presentati in fiera e a tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale “disruptive”. I premiati sono: Horay Solar Co.Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le Start-up: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.

Sviluppo industriale ed occupazione

Ma da KEY è emerso anche come la transizione energetica sia soprattutto un’opportunità. E non solo per contrastare il cambiamento climatico. Come mostra l’ultimo report di Coordinamento FREE presentato in Fiera gli investimenti in rinnovabili rappresentano lo strumento giusto per stimolare lo sviluppo industriale e occupazionale. Negli ultimi anni sono cresciuti rapidamente, arrivando a triplicare quelli destinati alle fonti fossili sebbene per raggiungere gli obiettivi 2030 del PNIEC, siano necessari ulteriori sforzi e maggiori garanzie. Un esempio su tutti: i PPA (Power Purchase Agreements) per le PMI, strumenti fondamentali per incentivare la produzione e il consumo di energia pulita ma più rischioso dei Corporate PPA per grandi aziende.

Una domanda sorge spontanea: quanto l’industria italiana delle tecnologie verdi è pronta alla transizione?

A rispondere è lo studio di Althesys. Oggi le aziende nazionali che producono componenti solo per le rinnovabili sono 55 e fatturano 2,1 miliardi di euro mentre nel comparto dell’efficienza energetica si stimano in totale 327 società, di cui 154 che producono componentistica. Il segmento infrastrutture e accumuli, invece, vanta addirittura 468 aziende, di cui 340 con alto livello di specializzazione. Il segmento reti comprende 190 società altamente specializzate nella fabbricazione di componenti, con un valore medio della produzione di circa 85 milioni di euro. Quello degli accumuli conta invece un numero più limitato di aziende: per ora solo 34 e specializzate nella realizzazione di componenti, ma con un valore medio della produzione di circa 100 milioni di euro. Infine il segmento della mobilità elettrica fa affidamento su circa 55 aziende specializzate e attive nella manifattura e non solo nei servizi, con un valore della produzione medio di circa 115 milioni.

Come crescere ancora? Il report evidenzia la necessità di disegnare una strategia nazionale che superi burocrazia e vincoli, unendo investimenti, incentivi e strategie di tutela del sistema produttivo. Ma servono anche nuove competenze sul campo. 

In aiuto arriva  il progetto finanziato dall’Europa SKILLBILL, presentata nel corso della fiera, che prevede una piattaforma online, gruppi di lavoro interdisciplinari e corsi di formazione. L’obiettivo è colmare il gap di competenze: secondo le previsioni, entro il 2030 per ogni nuovo lavoratore nel settore fossile ce ne saranno tre nelle rinnovabili, con un’ulteriore crescita del 40% dei lavori verdi entro il 2050.

La transizione dal basso

Non solo imprese. La tre giorni di IEG ha posto sotto i riflettori anche le nuove configurazioni della transizione energetica dal basso, unendo sotto un unico cappello eventi e nuovi progetti.

Una mano in questo senso la stanno anche le nuove tecnologie digitali e dell’IA, dai digital twin ai  BACS (Building Automation and Control Systems) e BIM (Building Information Modeling). Questi elementi all’avanguardia – al centro anche di Rinnovabili HUB, stanno trasformando il settore edilizio, rappresentando una grande opportunità per ottimizzare la gestione dell’energia.

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