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Come se la cava l’Italia con il trilemma energetico?

Dall’analisi trimestrale dell’ENEA emerge un miglioramento dell’Indice ISPRED che tiene conto degli obiettivi di decarbonizzazione, dei prezzi dell’energia e della sicurezza energetica

Come se la cava l’Italia con il trilemma energetico?

 

(Rinnovabili.i) – Esiste un elemento diretto per determinare lo sviluppo energetico di un paese. Questo elemento è il risultato di tre paramentri fondamentali che oggi costituiscono il trilemma dell’energia, ossia la sicurezza energetica, l’equità energetica e la sostenibilità ambientale. Ogni tre mesi in Italia, l’Enea valuta l’andamento di questi tre fattori attraverso quello che viene chiamato Indice ISPRED (l’Indice della Sicurezza energetica, PRezzo dell’Energia e Decarbonizzazione). L’ultima analisi prodotta dall’agenzia nazionale rivela un miglioramento rispetto al passato.

 

“Combinando le tre dimensioni del cosiddetto trilemma energetico sintetizzato dall’ISPRED, – spiega Francesco Gracceva, Unità Studi e Strategie ENEA, responsabile del gruppo di ricerca che cura il trimestrale – a metà 2016 complessivamente l’Italia presenta un grado di soddisfacimento del 64%, in aumento rispetto al 61% raggiunto lo scorso anno”,

 

L’analisi rivela che nei primi sei mesi del 2016 il prezzo del kilowattora per le imprese italiane con consumi medio-bassi (tra 20 e 500 MWh annui) è diminuito del 6%, attestandosi a 17,7 centesimi di euro, e riducendo di conseguenza la forbice che ci separa dal quello medio europeo (5,5 centesimi di differenza). A scendere non sono stati solo i prezzi. Anche i consumi di energia primaria, complice in parte il clima mite, risultano in leggero calo (-1%).

 

Nel comparto elettrico, la generazione da fonti rinnovabili non programmabili ha raggiunto un valore medio pari al 14% della domanda, sui livelli del massimo storico del primo semestre 2015. Di pari passo è diminuito l’import netto di greggio – in particolare da Libia e Arabia Saudita – mentre la domanda complessiva di gas naturale è aumentata dell’1,4%, restando comunque molto al di sotto dei massimi storici.

Le emissioni di CO2 sono tornate a scendere nel semestre (-1,4%), in particolare quelle legate alla generazione elettrica (-6%), a causa del minor ricorso a combustibili solidi (-20%). Le emissioni si sono ridotte anche nel settore civile (-2,6%), mentre crescono nei trasporti (+2,3%).