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La transizione del sistema elettrico, tra rinnovabili e cyber-minacce

transizione del sistema elettrico
Foto di Free-Photos da Pixabay

Le incertezze del futuro: tre sfide per la transizione del sistema elettrico

(Rinnovabili.it) – “L’elettricità è essenziale per il funzionamento delle società moderne, come ha evidenziato la crisi del Covid-19. E lo è anche per abbattere le emissioni globali”. Con queste parole Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha presentato il nuovo rapporto sulla transizione del sistema elettrico mondiale. Il documento – intitolato Power Systems in Transition – rappresenta il primo grande studio ad indagare la futura sicurezza energetica rispetto a tre sfide: la crescita delle fonti rinnovabili, l’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi e le costanti minacce informatiche.

Attualmente questo vettore copre un quinto della domanda energetica mondiale, ma la sua quota è destinata a crescere. Il processo di elettrificazione dei consumi è una delle principali leve della transizione del sistema elettrico; sempre più impianti di riscaldamento abbandonano le fonti di combustione tradizionali, mentre i veicoli a batteria rosicchiano quote più consistenti del mercato auto. Ma un aiuto arriva anche dal processo di digitalizzazione che sta attraversando settori come quello della comunicazione o della sanità. Per la IEA, questi trend accelereranno sotto la spinta dei nuovi obiettivi climatici al punto da rendere l’elettricità la più grande “fonte” di energia entro 2040 (Scenario Sostenibile).

L’agenzia ripropone dunque un pronostico più volte espresso, secondo cui il petrolio cederà il trono energetico nei prossimi anni. E lo farà, nel migliore dei casi, sotto una crescente ondata verde. Sempre rispetto alla Scenario Sostenibile, la quota eolica e fotovoltaica della produzione elettrica globale passerà dall’attuale 7% al 45% entro il 2040. Data in cui tutte le rinnovabili combinate assieme dovrebbero generare almeno il 70% della produzione globale. Come risponderà il sistema a questi cambiamenti?

“Molti paesi oggi godono di un elevato livello di sicurezza elettrica grazie a sistemi controllati centralmente, catene di approvvigionamento relativamente semplici” e centrali di picco. “Ma i recenti sviluppi tecnologici e politici stanno cambiando radicalmente il settore e, con esso, il modello di sicurezza che ha prevalso nel secolo scorso”. I riflettori sono puntati sul forte calo dei costi delle rinnovabili non programmabili, la cui crescita offre diverse sfide alle reti. Ma anche generazione distribuita e digitalizzazione rappresentano grandi cambiamenti radicali per il sistema elettrico come lo conosciamo. Queste tendenze, assieme agli aumentati impatti dei cambiamenti climatici, richiedono un approccio alla sicurezza elettrica più ampio e comprensivo. Un approccio, spiega la IEA, che riunisca le azioni intraprese a livello tecnico, economico e politico, con l’obiettivo di massimizzare i risultati a breve e lungo termine

La sfida delle rinnovabili

L’agenzia suggerisce di intervenire rapidamente sull’utilizzo delle risorse di flessibilità esistenti, garantendo che siano una priorità politica. Ciò richiederà riforme del mercato e normative per premiare tutti i meccanismi di flessibilità, e un’attenta valutazione dei piani di disattivazione delle forniture dispacciabili. Tra gli strumenti la IEA cita gli impianti di stoccaggio, gli interconnettori, le centrali a gas naturale e la risposta lato domanda. “Saranno inoltre necessari approcci aggiornati alla pianificazione, con analisi probabilistiche più avanzate che tengano conto e consentano i contributi di tutte le tecnologie disponibili”. (leggi anche Costi dell’energia: ora i pannelli solari flessibili battono anche il gas).

Migliorare la resilienza informatica

La digitalizzazione fornisce molti vantaggi alla transizione del sistema elettrico e all’affermazione dell’energia pulita. Allo stesso tempo, offre il fianco alle minacce informatiche, con il rischio di perdita di dati, interruzioni del servizio e blackout. “I governi di tutto il mondo possono migliorare la resilienza informatica attraverso una serie di approcci politici e normativi”, da quelli altamente prescrittivi a quelli basati sulle prestazioni. “Le strategie di attuazione dovrebbero essere adattate ai contesti nazionali, considerando la natura globale dei rischi”.

Aumentare la resilienza climatica

L’aumento delle temperature globali, i modelli di precipitazione più estremi e variabili, l’innalzamento del livello del mare e i grandi disastri naturali, dagli incendi ai tifoni  rappresentano già una sfida significativa per la sicurezza elettrica. Eppure, spiega l’Agenzia solo 17 paesi della “famiglia IEA” hanno incorporato azioni concrete per la resilienza climatica. Inoltre “i vantaggi della resilienza e i costi degli impatti climatici tendono a essere distribuiti in modo non uniforme lungo la catena del valore dell’elettricità. Ciò solleva inevitabilmente la questione di chi dovrebbe essere responsabile di queste misure e del loro finanziamento”. Misure politiche in questa direzione possono incoraggiare le imprese ad adottare strumenti di prevenzione, evitando così un potenziale “fallimento del mercato”.

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