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Terna: investimenti in Italia per quasi 9mld, 95% legato a sostenibilità

Il Gruppo approva il Piano industriale e si pone al centro del sistema energetico per accompagnare il Paese verso il raggiungimento degli obiettivi europei di ‘zero emissioni’ entro il 2050. La previsione dei ricavi sale a 3 miliardi nel 2025 e sempre nello stesso anno l’Ebitda a 2,21 miliardi. Nel 2025 l’utile netto a 1 miliardo

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di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Gli investimenti in Italia arriveranno a sfiorare i 9 miliardi di euro, 8,9 per la precisione, nei prossimi cinque anni, con un aumento del 22% rispetto al lustro precedente. E per il 95% avranno una forte impronta ambientale, legata alla sostenibilità. E’ questo il perimetro dei numeri entro cui si articola il Piano industriale del Gruppo Terna per il periodo 2021 e 2025. Un Piano tanto per esser chiari che la presidente di Terna Valentina Bosetti ha definito come “ispirato all’ambiente e legato allo sviluppo sostenibile in modo profondo”; e che – dopo l’approvazione – è stato accolto da uno scrosciante mercato, con il titolo salito oltre il 2% fino a toccare 6,488 euro. Il Piano racconta come la previsione dei ricavi salga a 3 miliardi nel 2025, e sempre nello stesso anno l’Ebitda arrivi a 2,21 miliardi. Mentre nel 2025 l’utile netto sarà a 1 miliardo.

A conferma dell’accelerazione sul versante green, il Gruppo – che ha come azionista di riferimento Cdp reti – si definisce centrale all’interno del sistema energetico italiano, accaparrandosi il ruolo principale per accompagnare il Paese verso il raggiungimento degli obiettivi europei di ‘zero emissioni’ entro il 2050. Gli effetti – viene spiegato – saranno evidenti oltre che sul contributo alla decarbonizzazione dell’economia, anche sul Pil e sull’occupazione. La stessa Terna conta di incrementare del 10% i propri dipendenti e giungere a 5mila unità. Secondo recenti studi ogni miliardo di investimenti in infrastrutture ne genera tra 2 e 3 in termini di Pil, e circa 1.000 nuovi posti di lavoro.

I quasi 9 miliardi di investimenti avranno diverse destinazioni: 5,4 saranno utilizzati per lo sviluppo della rete elettrica nazionale. Tra i progetti più strategici il Tyrrhenian Link, cioè l’interconnessione tra Campania, Sicilia e Sardegna per togliere di mezzo il carbone proprio dalla Sardegna; prevede un investimento complessivo di 3,7 miliardi, e più avanti nel tempo entrerebbe a far parte di una rete in grado di trasportare l’energia solare dalla Tunisia al Nord Europa. E’ pronto al via, presumibilmente per l’autunno prossimo, anche il collegamento tra Italia e Francia: un’infrastruttura non visibile, perché interrata, di circa 190 chilometri suddivisi a metà tra i due Paesi.

Tra gli investimenti in Italia ci sono poi l’elettrodotto che unirà la zona di Colunga (provincia di Bologna) a quella di Calenzano (provincia di Firenze); l’elettrodotto che unirà le due sponde della Sicilia da Chiaramonte Gulfi (provincia di Ragusa) a Ciminna (provincia di Palermo); nonché il SA.CO.I.3, il rafforzamento del collegamento tra Sardegna, Corsica e Italia. Alle attività di rinnovo ed efficienza degli asset saranno dedicati 2,4 miliardi di euro, destinati principalmente al miglioramento della qualità del servizio e dei processi, nonché allo sviluppo di soluzioni sostenibili della rete elettrica. Al piano di sicurezza saranno dedicati 1,2 miliardi di euro, destinati principalmente a interventi per la regolazione della tensione e alla stabilità dinamica del sistema elettrico. Sempre all’interno di questo piano sono state previste anche le azioni necessarie per far fronte ai rischi connessi ai cambiamenti climatici, attraverso investimenti dedicati e soluzioni innovative, capaci di aumentare la resilienza del sistema elettrico. A livello internazionale oltre ai progetti in Brasile, Perù e Uruguay, il Piano industriale prevede di cogliere nuove opportunità. 

C’è poi tutto il pezzo delle attività non regolate; quelle che servono a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e digitali per supportare la transizione energetica. In particolare, le Energy solutions, servizi sulle infrastrutture in alta tensione e smart grid, nonché servizi di efficienza energetica offerti tramite Avvenia; l’offerta di connettività, di fibra spenta nonché dei servizi di housing e hosting per gli operatori di telecomunicazioni; le attività industriali nel campo dei trasformatori di potenza e dei cavi terrestri offerte da Tamini e Brugg, il cui sviluppo consentirà di rendere ancor più efficiente il percorso di internalizzazione di competenze. Nello specifico si pensa a investimenti fino a un massimo di 300 milioni in nuovi progetti.

Ma alle fondamenta del Piano ci sono gli investimenti sostenibili nella rete di trasmissione nazionale, finalizzati all’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all’incremento della sicurezza e resilienza del sistema. L’obiettivo è risolvere le congestioni di rete e potenziare le dorsali indispensabili al trasporto dell’energia dai luoghi di produzione a quelli di consumo. Il Gruppo intende essere – come detto – punto di riferimento della transizione energetica: e “principale realtà in grado di consentire al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi del Green deal europeo e del Piano nazionale integrato energia e clima, prima tra tutti la riduzione del 55% delle emissioni al 2030, per arrivare a ‘zero emissioni’ al 2050”. Sul versante innovazione Terna immagina di investire circa 900 milioni per la digitalizzazione.

Quanto al Piano nazionale energia e clima in cui si prevede di raggiungere 30 Gigawatt di potenza installata in più da energia fotovoltaica al 2030, Terna potrebbe accrescere il proprio ruolo di fornitore ‘chiavi in mano’ di progetti in questo ambito.

Nel Piano industriale la sostenibilità viene declinata attraverso la definizione di specifici obiettivi sul medio e lungo periodo. I target sono articolati in quattro dimensioni: risorse umane; stakeholder e territorio; integrità, responsabilità e trasparenza; ambiente. Inoltre a 14 obiettivi fanno riferimento oltre 120 attività. Tra gli obiettivi più significativi l’adozione di un “Science based target” per ridurre l’intensità carbonica del Gruppo con l’elaborazione di un primo obiettivo al 2021.

“Gli investimenti che metteremo in campo nei prossimi cinque anni – dichiara l’amministratore delegato di Terna Stefano Donnarummarappresentano un formidabile volano per la ripresa e porteranno benefici a tutti gli italiani: è fondamentale agire oggi per consegnare alle prossime generazioni un sistema elettrico sempre più affidabile, efficiente e decarbonizzato. L’Italia ha delle opportunità eccezionali: Terna, regista e guida del sistema elettrico, vuole renderle possibili”.