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Teleraffrescamento in Italia, quando la climatizzazione corre sottoterra

Afine 2017, erano in esercizio 32 reti di teleraffrescamento in 28 comuni distribuiti in appena otto regioni e province autonome del centro e nord Italia

Teleraffrescamento in Italia
Credit: Luigi Chiesa (CC BY 3.0)

 

 

I dati 2017 del teleraffrescamento in Italia

(Rinnovabili.it) – Cresce il teleraffrescamento in Italia. Nonostante il mercato sia ancora nelle fasi iniziali, gli ultimi anni hanno visto consolidare questa soluzione tecnologica sul territorio nazionale. Le reti ovviamente sono le stesse usate dalla controparte “calda” (non esistono ancora infrastrutture di teleraffrescamento autonome), ma proprio questo aspetto, assieme all’efficienza di sistema, ha permesso al comparto di crescere in maniera sana e progressiva. A fornire i numeri del settore è per la prima volta il Gestore dei Servizi energetici (GSE) in un rapporto dedicato espressamente all’industria della “climatizzazione sotterranea”.

Dal documento emerge che nel Belpaese, a fine 2017, erano in esercizio 32 reti di teleraffrescamento in 28 comuni italiani distribuiti in appena otto regioni e province autonome del centro e nord Italia. Complessivamente, l’estensione dell’infrastruttura è pari a 33,6 km, per una volumetria raffrescata di 8,9 milioni di metri cubi.

 

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Come nel caso del teleriscaldamento, la regione più appassiona a questo tipo sistemi risulta essere la Lombardia: alle 9 reti presenti sul territorio regionale, infatti, è associato il 56% dell’estensione complessiva delle reti nazionali e il 36% della volumetria raffrescata. Sul podio anche l’Emilia Romagna grazie al numero maggiore di reti (10), cui sono associati il 31% dell’estensione e il 28% della volumetria. Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio e le due provincie autonome completano il quadro ma con numeri fortemente ridotti.

 

Entrando nel dettaglio delle tecnologie usate, i servi di teleraffrescamento in Italia appaiono perlopiù in due configurazioni:

raffrescamento in centrale in cui gli impianti sono centralizzati, ed è installata una rete ad acqua fredda, separata da quella ad acqua calda (dedicata al teleriscaldamento), che collega gli impianti alle utenze;

– raffrescamento presso le utenze, senza una rete dedicata, con impianti localizzati presso le utenze e alimentati dall’energia termica distribuita dalla rete stessa.

 

Il rapporto del GSE indica che, complessivamente i gruppi frigoriferi a servizio di sistemi di teleraffrescamento installati in Italia hanno una potenza complessiva di circa 200 MW, suddivisi quasi in egual misura tra sistemi di teleraffrescamento presso le utenze (52%) e in centrale (48%).

 

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