(Rinnovabili.it) – La catena di approvvigionamento globale impegnata nel settore delle interconnessioni elettriche sta già facendo gli investimenti necessari per la creazione dei primi tratti di un network elettrico pan-europeo, o Supergrid. Questa è la conclusione chiave del nuovo rapporto redatto dall’associazione Friends of the Supergrid (FOSG). Lo scopo della relazione preparata dal Gruppo di lavoro dell’organizzazione era quello di valutare i possibili vincoli della supply chain comprese le opportunità di istruzione, formazione e occupazione, che si otterranno dalla realizzazione di una Supergrid. Il rapporto ha rivelato che aziende e organizzazioni in tutta la catena di approvvigionamento stanno stanziando investimenti in previsione della futura mega rete europea ma per ridurre il rischio associato agli investimenti e i costi di distribuzione deve essere adottato un progetto di pianificazione intelligente delle risorse.
Il gruppo di lavoro è concorde nell’individuare il lasso di tempo compreso tra oggi e il 2020 come quello necessario per sviluppare un quadro normativo e tecnico appropriato pianificando e sviluppando i primi progetti di collegamento. Dal 2020 al 2030 si dovrebbe procedere con la prima fase della Supergrid, collegando quasi 130 GW di capacità eolica offshore in Europa ai centri di dispacciamento degli Stati membri, per una lunghezza totale del circuito di circa 30.000 k, avviando in tal modo un mercato unico europeo dell’elettricità; nel ventennio successivo la Supergrid dovrebbe poter completare il collegamento con i mercati limitrofi. “Questo rapporto è il secondo di una serie di lavori che Friends of Supergrid pubblicherà quest’anno, guardando allo stato del mercato per la distribuzione di un’infrastruttura pan europea”, ha spiegato Ana Aguado, CEO dell’associazione. “Il nostro primo Rapporto sulle sfide tecnologiche ha scoperto che la maggior parte delle tecnologie necessarie per sviluppare una rete elettrica su larga scala in Europa è già disponibile. La presente relazione evidenzia, analogamente, che la preparazione della supply chain per portare online questa capacità aggiuntiva è già in atto. Ciò che serve ora è un chiaro segnale normativo per consentire questo investimento”.