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Strategie e metodi per la riforma del mercato elettrico

Strategie e metodi per la riforma del mercato elettrico

 

(Rinnovabili.it) – Tutela degli investimenti, scalabilità ed efficienza del sistema elettrico. Sono queste i tre obiettivi da perseguire nel processo di riforma del mercato elettrico italiano. Per avere la sicurezza di non mancare la meta, il Gruppo di Lavoro Mercato dell’ANEV ha redatto un position paper contenente un ventaglio di potenziali linee strategiche. Presentato in anteprima in occasione di Ecomondo-Keuy Wind, il documento tecnico si prefigge di delineare una serie di metodi per la riforma del mercato elettrico italiano, capaci di tener conto anche la richiesta europea di  maggior interconnessione fra gli Stati Membri. Il documento, spiega la stessa ANEV in una nota stampa, è il risultato di una dettagliata analisi di quei Paesi dove l’integrazione delle rinnovabili e il riassestamento interno sta procedendo in maniera più o meno spedita. Questo soprattutto grazie ad un quadro regolatorio ad hoc che, ad oggi però, l’Italia ancora non possiede.

 

Il position paper positive mette sotto la lente d’ingrandimento quelle regole e modalità di funzionamento dei mercati che permettono di far fronte nel modo più efficiente possibile alla aleatorietà della produzione, che possono essere così schematizzate:

 

Un capitolo a sé lo merita il processo di market coupling sulle frontiere italiane, il meccanismo che integra i mercati elettrici di più paesi attraverso un convergenza delle rispettive regole, e permette di assegnare la capacità giornaliera di transito sulla frontiera. L’obiettivo è, in teoria, quello di massimizzare il surplus economico complessivo dei partecipanti al mercato e incrementare il benessere sociale. Tuttavia tra le novità in corso di introduzione c’è anche quella dei prezzi negativi, ossia la possibilità che in esito alle sessioni di mercato il prezzo possa risultare negativo. Questo fenomeno secondo ANEV può essere particolarmente penalizzante per le fonti rinnovabili che, “per non rischiare di perdere la priorità di dispacciamento, si troveranno costrette ad offrire prezzi negativi rinunciando a parte dei propri ricavi, innescando una rischiosa concorrenza al ribasso con i termoelettrici che potrebbero essere disposti a offrire in negativo per rimanere accesi”.

 

In aggiunta, “uno degli elementi fondamentali del processo di integrazione dovrebbe consistere nell’abilitazione delle FER al MSD (Mercato dei Servizi di Dispacciamento), su base volontaria, auspicando per gli impianti eolici esistenti, lo sviluppo di meccanismi di incentivazione per interventi innovativi (es: sistemi di accumulo o per retrofit degli impianti) volti a consentire agli impianti FER di fornire servizi di dispacciamento”.

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