Uno sguardo al futuro delle reti offshore di trasmissione
(Rinnovabili.it) – L’Europa ha grandi obiettivi nello sfruttamento delle risorse energetiche marine, ma per raggiungerli non servono solo nuovi impianti e generatori. É essenziale che di pari passo cresca anche l’infrastruttura di connessione. Una prima stima di quello che sarà necessario da oggi al 2050 arriva in questi giorni dell’ENTSO-E, la Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione elettrica. L’associazione ha pubblicato il 22 gennaio i Piani di valutazione delle reti offshore (Offshore Network Development Plans – ONDPs), fornendo delle prime indicazioni su dove gli investimenti nelle infrastrutture sarebbero economicamente più efficienti per collegare le rinnovabili offshore.
I risultati dipendono ovviamente dagli obiettivi fissati dai paesi Europei per lo sfruttamento delle FER marine e per la precisione di quelli eolici. Sommando tutti i programmi e gli impegni degli Stati membri e quelli della Norvegia e del Regno Unito, la produzione rinnovabile offshore dovrebbe raggiungere i 496 GW installati entro il 2050. Parliamo di un aumento della capacità di 14 volte.
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Gli ONDPs hanno individuato una lunghezza del percorso compresa tra 48.000 e 54.000 km per le reti offshore necessarie al 2050, vale a dire un tracciato in grado di estendersi quasi 1,5 volte attorno all’equatore. E un investimento totale di 403 miliardi di euro per la stessa data. È importante sottolineare che il rapporto di ENTSO-E evidenzia come lo sviluppo delle infrastrutture di rete offshore dovrebbe avvenire in sinergia con la tutela dell’ambiente marino al fine di realizzare un sistema energetico sostenibile che coesista con la biodiversità.
“Siamo orgogliosi – ha commentato Damian Cortinas, presidente del consiglio di amministrazione di ENTSO-E – di presentare […] il primo piano di sviluppo della rete offshore europea, poiché lo sviluppo della produzione eolica in mare e forti interconnessioni in tutti i bacini marittimi europei sono essenziali per creare un sistema energetico europeo a zero emissioni di carbonio, resiliente ed economicamente vantaggioso. La realizzazione di reti offshore adeguate allo scopo è una condizione necessaria per realizzare la transizione energetica europea verso la neutralità”.