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Reti europee: lo sviluppo deve essere in linea con la neutralità climatica

WindEurope e altre 40 organizzazioni chiedono che il piano decennale di sviluppo delle infrastrutture di rete includa scenari compatibili con l'impegno UE verso le zero emissioni

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Uno sguardo al futuro delle reti europee

(Rinnovabili.it) – L’elettrificazione dei consumi alimentata dalle rinnovabili è un fattore chiave per la decarbonizzazione europea. Tuttavia, per integrare le crescenti quote di eolico e fotovoltaico, l’Europa deve ottimizzare ed espandere la propria infrastruttura di rete. Uno sviluppo che dovrebbe basarsi su scenari completi e orientati agli obiettivi di decarbonizzazione a lungo termine. A sottolinearlo è la “Richiesta di adattamento degli scenari di pianificazione energetica europea” lanciata dalla Renewable Grids Initiative (RGI) e firmata da WindEurope con altre 40 organizzazioni di settore, inclusi i gestori delle reti di trasmissione.

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Attualmente, a indicare la strada per gli investimenti futuri nelle reti europee, sia elettriche che del gas, è il piano “Piano di sviluppo decennale TYNDP. Il documento, redatto da ENTSO-E ed ENTSOG e aggiornato ogni due, contiene i possibili scenari futuri fino al 2050, elaborati sulla base dei piani di sviluppo nazionali. “Riteniamo – scrivono le 40 organizzazioni – che le decisioni di investimento nelle infrastrutture energetiche svolgano un ruolo fondamentale nel raggiungimento della decarbonizzazione. Pertanto, il piano TYNDP dovrebbe mostrare scenari compatibili con l’accordo di Parigi, le priorità del Green Deal europeo e la decisione del Consiglio europeo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050″

Da un lato, sottolineano i firmatari della richiesta, queste previsioni sono corrette per quanto concerne le reti europee di gas e elettricità. Indicano infatti un tasso di elettrificazione del 54% entro il 2050, elemento fondante della strategia di decarbonizzazione a lungo termine. Dall’altro il documento fa ancora troppo affidamento sulle tecnologie di cattura del carbonio e su quelle a emissioni negative (come CCS) per il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero. 

Inoltre, aggiungono, “la selezione dei progetti di interesse comune (PCI) dovrebbe basarsi sugli scenari che soddisfano sia l’obiettivo di 1,5° C che quelli del Green Deal, i quali danno priorità alle infrastrutture che consentono la neutralità climatica”. Le “future misure di ripresa economica – conclude la richiesta – devono contribuire a raggiungere la necessaria transizione energetica, neutrale dal punto di vista climatico” senza quindi dimenticarsi dei “pericolosi cambiamenti climatici”. 

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