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Zero emissioni? Le reti elettriche avranno bisogno di 21mila mld

BNEF: "Per realizzare questa portata di investimenti nella rete è necessario un intervento politico significativo"

Reti elettriche resilienti sicure
Foto di Holger Schué da Pixabay

Uno sguardo al futuro delle reti elettriche nello scenario Net Zero

(Rinnovabili.it) – Le reti elettriche costituiscono la spina dorsale della transizione energetica, ma l’infrastruttura attuale non è pronta a sostenere un futuro a zero emissioni. Questo il verdetto di BloombergNEF (BNEF) che nel suo rapporto New Energy Outlook: Grids, pubblicato stamane, stima per il comparto investimenti necessari per almeno 21.400 miliardi di dollari da oggi al 2050.

L’obiettivo da raggiungere è ovviamente quello della decarbonizzazione netta dell’economia globale, una sfida in cui le fonti rinnovabili e gli impianti da esse alimentati hanno un posto centrale. Ma con la crescita progressiva delle green energy anche le reti di trasmissione e distribuzione devono evolvere, assicurando un sistema sempre più moderno, efficiente e flessibile.

Degli oltre 21mila miliardi stimati, spiega BNEF,  4.100 miliardi servirebbero per sostenere la rete esistente. La quota più ampia di risorse andrebbe invece all’ampliamento dell’infrastruttura elettrica. Nel dettaglio il rapporto stima una crescita delle reti elettriche da 80 milioni di chilometri tra il 2022 e il 2050: 68 milioni di chilometri di linee fuori terra, 12 milioni di chilometri di cavi interrati e 0,2 milioni di chilometri di cavi sottomarini.

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Digitalizzazione, una priorità per l’infrastruttura elettrica

Realizzare questa portata di investimenti il settore avrà bisogno di un nuovo e mirato intervento politico. Ciò include la razionalizzazione dei processi di autorizzazione per ridurre il numero di permessi richiesti per progetto, il consolidamento del processo di revisione tra diverse agenzie e tempi chiari per l’approvazione. Non solo. Serviranno anche riforme per creare i giusti incentivi affinché le utility portino avanti interventi di digitalizzazione e la flessibilità.

“Dobbiamo effettivamente raddoppiare le dimensioni della rete elettrica globale entro il 2050”, ha affermato Sanjeet Sanghera, Head of Grids & Utilities di BloombergNEF e autore principale del rapporto. “Questa infrastruttura futura deve essere intelligente, flessibile e reattiva, consentendoci di sfruttare tutto il potenziale dell’energia rinnovabile piuttosto che rimanerne impantanati”. 

In questo contesto la digitalizzazione rivestono un ruolo principe. Il rapporto stima che le tecnologie digitali avranno bisogno di circa 5.100 miliardi da oggi al 2050, ossia il 24% del budget totale. La maggior parte di questi investimenti dovrebbe essere dedicata all’implementazione dell’automazione e del controllo del sistema elettrico o all’incremento delle attività di monitoraggio. 

Le sfide future

“La rete attuale è stata costruita per la rivoluzione industriale e ha superato le nostre più rosee aspettative”, ha affermato Sanghera. “Ma il progetto futuro è quello di decarbonizzare l’economia globale collegando terawatt di energie rinnovabili ed elettrificando il più possibile l’economia degli utenti finali. Le tecnologie, le politiche e le strategie di cui le utility avranno bisogno per raggiungere questo obiettivo sono diverse da quelle che hanno reso la rete così vincente in passato”.

Non mancheranno nuove sfide. Secondo gli analisti la crescita delle reti elettriche metterà inevitabilmente a dura prova le catene di approvvigionamento, aumentando la domanda di rame dai 5 milioni di tonnellate di oggi ai 23 milioni del 2050.

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