(Rinnovabili.it) – Sotto la superficie del manto urbano si nasconde una fitta trama di sottoservizi. Dagli acquedotti alle condutture fognare, dalle reti di distribuzione elettrica a quelle delle telecomunicazioni, dalle condotte per il teleriscaldamento alle tubature del gas, le città ospitano un mondo apparentemente invisibile. Tutt’altro che invisibili sono invece gli interventi di manutenzione in caso di danni o guasti. Riparare le infrastrutture sotterranee richiede tempo, soldi e soprattutto spazio da dedicare agli scavi.
E se i lavori di ripristino di condotti e cavi sotterranei non fossero “operazioni a cuore aperto” ma discreti interventi di “laparoscopia”? Su questa possibilità si sta impegnando Enel che oggi lancia una nuova sfida tecnologica attraverso la sua piattaforma di crowdsourcing Open Innovability®. La challenge ha un obiettivo preciso: ridurre al minimo l’impatto ambientale dei cantieri urbani per gli interventi sulle reti di distribuzione elettrica facendo leva su soluzioni sostenibili, a beneficio delle comunità locali e di tutti gli stakeholders delle geografie dove Enel opera.
Reti sotterranee a bassa tensione: come rendere più sostenibili perforazione e riparazione?
Un tema, quello dell’impatto ambientale, che sta particolarmente a cuore alla società. L’impiego di cavi interrati è l’opzione preferita per le reti di distribuzione Enel in Europa e Sud America. Sono più facilmente collegabili ai nuovi edifici, offrono sicurezza nei confronti delle derivazioni illegali e resilienza alle severe condizioni climatiche, annullando l’impatto visivo. Inoltre, hanno solitamente costi di manutenzione e di esercizio ridotti grazie ad un minor numero di interruzioni transitorie rispetto le le linee aeree.
Ovviamente, in caso di guasti o incidenti le attività di riparazione risultano dispendiose sia in termini di soldi che di tempo. La società deve individuare l’esatta localizzazione del problema, quindi richiedere il permesso alle autorità pubbliche locali, per poi eseguire gli scavi e la riparazione.
Per risolvere la sfida, il gruppo sceglie ancora una volta l’approccio “aperto”, chiamando all’appello grandi imprese, società innovative e PMI provenienti da qualsiasi paese. La nuova sfida Enel cerca soluzioni a livello commerciale (TRL ≥ 6) che permettano di raggiungere e/o aggiustare il punto difettoso del cavo, con il minimo lavoro di scavo e occupazione del suolo possibile. Minimizzando quindi oneri e costi di perforazione. La partecipazione richiede di tenere in conto alcuni requisiti, dagli standard ambientali, sanitari e di sicurezza ai requisiti locali.
Cercando di puntare al minimo dispendio di tempo, ad un costo competitivo e ad una buona flessibilità operativa (che permetta di usare la soluzioni in condizioni di suolo differenti).
La piattaforma su cui è stata lanciata la challenge è nata per dar spazio ai progetti di sviluppo improntati alla sostenibilità, all’efficientamento e all’equità sociale, in linea con quanto raccomandato dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo caso, il punto di riferimento è l‘obiettivo 9 “Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”.
Negli ultimi tre anni la piattaforma Open Innovability® ha ospitato oltre 70 sfide, raccogliendo migliaia di proposte da oltre 90 paesi in tutto il mondo. Firmando accordi di collaborazione con aziende, startup, ricercatori e privati italiani e internazionali in campo della generazione termica, delle energie rinnovabili, di infrastrutture e reti, della digitalizzazione delle soluzioni per i consumatori.
Qui tutte le informazioni.
#EnelOpenInnovability
In collaborazione con Enel