La bozza di riforma di regolamento delle infrastrutture energetiche transeuropee proposta dal Portogallo, che ha la presidenza di turno UE, ammorbidisce i criteri rispetto alla versione iniziale della Commissione
Tornano le fossili nel nuovo regolamento della rete TEN-E?
(Rinnovabili.it) – La proposta portoghese di riforma del regolamento UE sulle infrastrutture energetiche transeuropee salva il metano. Proprio agli sgoccioli della sua presidenza di turno, Lisbona prepara una bozza di nuovo regolamento TEN-E, vista da Climate Home, in cui le fossili trovano ancora spazio. Bruxelles potrà quindi continuare a finanziare sia metanodotti sia gasdotti in grado di trasportare idrogeno blu o grigio, quello ottenuto per pirolisi dal gas. La revisione del regolamento punta, in teoria, ad allineare la rete TEN-E alle nuove ambizioni climatiche dell’Europa.
Il regolamento TEN-E è nato nel 2013 per stabilire gli orientamenti per “lo sviluppo tempestivo e l’interoperabilità delle aree e dei corridoi prioritari dell’infrastruttura energetica transeuropea”. Da 8 anni fornisce le norme per la ripartizione di costi e incentivi dei cosiddetti “progetti di interesse comune” (PIC), determinandone anche le condizioni di ammissibilità ai finanziamenti UE.
Nella bozza portoghese rientra dalla finestra ciò che la Commissione aveva lasciato fuori dalla porta lo scorso dicembre. Un aspetto importante, visto che proprio questo documento costituisce la base di partenza per i negoziati in seno al Consiglio europeo. Nella proposta iniziale, l’esecutivo europeo aveva stralciato il metano dal ruolo di energia di transizione. I gasdotti quindi non avrebbero più potuto ricevere finanziamenti in quanto PIC.
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L’esecutivo UE proponeva anche di includere l’infrastruttura di trasporto dell’idrogeno e alcuni tipi di elettrolizzatori nel campo di applicazione del regolamento aggiornato, oltre a facilitare un maggiore utilizzo dei gas rinnovabili e a basse emissioni. Per spingere in questa direzione Bruxelles prevedeva una nuova categoria di investimenti, quella delle reti del gas intelligenti, per aggiornare e ottimizzare le infrastrutture esistenti per il trasporto del biometano e dell’idrogeno.
Invece Lisbona tiene il punto. La sua proposta blinda i gasdotti Melita di Malta e EastMed di Cipro, argomentando che i due progetti dovrebbero continuare ricevere finanziamenti in modo che entrambe le isole possano essere collegate alla rete del gas europea. Ma non solo. La bozza apre anche alla possibilità di modificare i gasdotti per il trasporto sia dell’idrogeno che del gas metano. È un processo che si chiama blending retrofit e anche questo era stato escluso dalla Commissione. Infine, la proposta portoghese fa esplicita menzione dell’idrogeno prodotto sia da fonti rinnovabili, sia da fonti fossili.
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A inizio maggio, 11 paesi europei avevano chiesto pubblicamente di cancellare le fossili dalla revisione del regolamento (si tratta di Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Estonia, Irlanda, Lussemburgo, Lettonia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia). In una presa di posizione comune avevano chiesto che la nuova rete TEN-E fosse davvero calibrata sulle sfide della transizione ecologica. Per questo, continuavano, la revisione del regolamento sulle infrastrutture energetiche transeuropee dovrebbe escludere il finanziamento di infrastrutture legati ai combustibili fossili.