Continua il trend di ripresa nei consumi di energia elettrica
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – A dicembre i consumi di energia elettrica italiani hanno mostrato ulteriori segnali di recupero rispetto ai mesi precedenti. Anche in piena emergenza Covid-19 per la seconda ondata, Terna (la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione) ha rilevato una richiesta di energia elettrica pari a 25,9 miliardi di kiloWattora (kWh), valore in crescita dell’1,1% rispetto a dicembre del 2019 e dello 0,3% rispetto a novembre 2020.
Le fonti rinnovabili hanno coperto il 32% del fabbisogno. Segnali incoraggianti anche dall’indice Imcei: il campione dei consumi industriali monitorato da Terna ha registrato una variazione positiva a due cifre rispetto a dicembre 2019 (più 11,4%) e, per il terzo mese consecutivo, anche a livello congiunturale su novembre 2020 (più 0,4%).
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Nel mese di dicembre 2020 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In particolare la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è risultata in aumento dell’1,5% rispetto a dicembre del 2019. In crescita le fonti di produzione termica (più 14%), geotermica (più 3%). In flessione le fonti di produzione idrica (meno 23,1), eolica (meno 17,1%) e fotovoltaica (meno 16,2%).
A livello territoriale, la variazione di dicembre 2020 è risultata ovunque positiva: più 0,8% al Nord e al Centro, e più 1,9% al Sud e nelle Isole.
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Rispetto all’indice Imcei elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori cemento, calce e gesso, siderurgia, chimica, meccanica, mezzi di trasporto, alimentari, cartaria, ceramica e vetraria, metalli non ferrosi) – ha fatto registrare un variazione tendenziale positiva dell’11,4% rispetto a dicembre 2019. La crescita è stata trainata dai comparti della siderurgia con un più 23,2% e della meccanica con un più 7%. Unico settore negativo quello dei materiali da costruzione con un meno 2,1%. Dall’analisi dei cosiddetti ‘Clienti puri’ (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e degli autoproduttori, la variazione tendenziale mostra un aumento rispettivamente dell’11,1% e del 13,7%.