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Questione climatica “ineludibile”: per Terna è la chiave delle infrastrutture di domani

Reti elettriche resilienti sicure
Foto di Holger Schué da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – “Diventa ineludibile l’attenzione alla questione climatica perché contiene la chiave per capire gli stress ai quali le infrastrutture saranno sottoposte domani”. E’ così che la presidente di Terna Valentina Bosetti – nel corso dell’assemblea degli azionisti che (due giorni fa) ha approvato il bilancio 2020 e ha dato il via libera al dividendo di 26,95 centesimi per azione, a più 8% rispetto al 2019 – parla del gruppo che tiene in mano le redini delle infrastrutture della rete energetica del nostro Paese, facendo presente che pur essendo stato “un anno duro” Terna ha dato “una formidabile prova di resilienza”, e che addirittura “la pandemia” ha funzionato un po’ come fosse “uno stress test per il sistema elettrico”. 

Tocca all’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma entrare sugli aspetti operativi: “E’ stato per me un onore guidare Terna in questi 12 mesi, intensi e complessi, ma anche ricchi di importanti soddisfazioni. Ho trovato un’azienda solida, sana, dotata di elevate competenze, con un know-how unico e con eccezionali potenzialità di crescita che ci rendono tutti estremamente confidenti per il futuro”. I risultati del 2020 – osserva – sono stati al livello più alto della storia per Terna. “Nonostante la grande incertezza – prosegue Donnarumma – nel 2020 Terna ha rilevato un miglioramento di tutti gli indicatori economico-finanziari, avendo saputo imprimere una forte accelerazione alla realizzazione degli investimenti subito dopo il periodo di lockdown”, nella seconda metà dell’anno. Ora, continua l’aministratore delegato, “abbiamo grandi opportunità da cogliere ed elevate competenze distintive che ci hanno reso un grande gruppo e che ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi a beneficio del sistema Paese”.

La presidente dice che “occorre uno sguardo lungo”: una prospettiva che punta alla transizione energetica e alla decarbonizzazione, aumentando sicurezza e resilienza del sistema, e integrazione delle rinnovabili. Poi, evidenzia la “necessità di perseguire con determinazione gli obiettivi ambientali” e che “il 95% dei 9 miliardi di investimenti previsti da Terna nei prossimi 5 anni sono sostenibili”.

I dati climatici sul 2020 – rileva ancora Bosetti – “rendono evidente la necessità di perseguire con determinazione gli obiettivi ambientali avanzati. Per realizzare infrastrutture che durano per l’intero arco di una vita umana, occorre uno sguardo lungo nella nuova prospettiva l’obiettivo è realizzare la transizione energetica e la decarbonizzazione rendendo possibile l’integrazione delle fonti rinnovabili, non programmabili, nel mix produttivo dell’energia elettrica, incrementando la sicurezza e la resilienza del sistema, risolvendo le congestioni di rete, potenziando le dorsali indispensabili al trasporto dell’energia dai luoghi di produzione a quelli di consumo, creando efficienti e diversi sistemi di accumulo dell’energia. Lo sforzo in direzione della sostenibilità ha radici antiche – mette in evidenza Bosetti – la vera rivoluzione che stiamo vivendo è la trasformazione della rete elettrica. L’attuale Piano del governo per l’energia e il clima prevede infatti di passare dall’attuale 18% di capacità installata da fonti rinnovabili odierna, al 30% nel 2030. Ma questi numeri sono da considerare sottostimati perché l’Ue ha deciso nuovi e ancora più ambiziosi obiettivi al 2030: il passaggio al 55% di taglio delle emissioni di CO2”.

Si tratta di “un orizzonte diventato ancora più concreto negli ultimi mesi chiamandoci in causa direttamente, per il nostro ruolo di azienda leader in uno dei settori chiave della transizione ecologica a cui il governo Draghi ha deciso di destinare un ministero chiave – afferma Bosetti – si è ampliato in modo significativo il fronte di Paesi che hanno assunto come proprio obiettivo la decarbonizzazione a metà secolo. E l’Italia, oggi alla guida del G20, avrà un ruolo di particolare importanza in un momento fondamentale per la trasformazione ecologica della nostra economia”.

“L’Italia ha subìto per prima e in misura maggiore rispetto agli altri Paesi europei l’impatto della prima ondata del Covid-19 – osserva la presidente – se il Paese ha tenuto è stato anche grazie alla tenuta del sistema elettrico. Superando la prova dell’emergenza abbiamo fatto il nostro dovere. Ma non solo. Siamo andati oltre, utilizzando lo scenario eccezionale della pandemia come stress test per il sistema elettrico. Il calo della domanda elettrica e la priorità assegnata alla generazione da fonte rinnovabile – prosegue – hanno infatti aumentato il peso delle rinnovabili nel mix elettrico: queste fonti, per brevi periodi, sono arrivate a raggiungere la quota che era stata ipotizzata per la fine di questo decennio, ma in pochi mesi. Nonostante tutto questo ce l’abbiamo fatta non solo il sistema elettrico ha retto, ma abbiamo sperimentato il futuro e ora siamo meglio attrezzati per prepararlo”.

Infine un passaggio sulla “correttezza delle politiche di sviluppo messe in campo; una correttezza strategica” che “si salda agli obiettivi europei del Green deal e all’impostazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Ed è da un lato “economica, per la possibilità di ottenere margini da reinvestire per una crescita ulteriore”, dall’altro “ambientale perché questo sforzo straordinario è stato condotto senza abbassare la guardia rispetto all’impatto sul territorio e sull’ambiente. Abbiamo guardato alle necessità di lungo periodo dell’azienda e del Paese”.

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