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Progetti energetici di interesse comune: il gas resiste al Green Deal

Progetti energetici di interesse comune
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Sono 98 i progetti energetici di interesse comune selezionati da Bruxelles

(Rinnovabili.it) – Adottato il quinto elenco di PCI (Projects of Common Interest), i progetti energetici di interesse comune promossi all’interno del Blocco. L’atto delegato approvato venerdì dalla Commissione europea passerà ora in mano ai legislatori UE che avranno 2 mesi di tempo per accettarlo o rifiutarlo nella sua interezza.

Sul futuro della lista (pdf) si gioca buona parte dell’obiettivo UE di realizzare un mercato interno dell’energia integrato e resiliente. Il testo contiene infatti infrastrutture transfrontaliere ritenute strategiche per l’Unione e dunque supportate sia a livello autorizzativo che finanziario. Finire nell’elenco di PCI significa poter ottenere permessi e procedure regolamentari semplificate, con la possibilità di beneficiare anche del sostegno economico del Meccanismo per collegare l’Europa (CEF).

Uno strumento fondamentale che in passato si è rivelato una vera e propria manna per il comparto degli idrocarburi. Con l’avvio del Green Deal, l’Esecutivo europeo ha promesso di ridurre progressivamente lo spazio alle fonti fossili nella lista, ma l’addio è più lento di quanto si possa pensare.

E sebbene il loro peso sia diminuito notevolmente rispetto al passato, tra i 98 progetti energetici di interesse comune inseriti, 20 riguardano ancora il gas. Ma è necessaria una precisazione. Il numero è più basso quanto inizialmente preventivato (si parlava di 30 proposte). E non si tratta di nuove infrastruttura ma di elementi già avviati con il 4° elenco. Il resto della lista è occupato da progetti nella trasmissione e stoccaggio di energia elettrica (67), progetti di reti per la CO2 (6) e smart grid (5).

Come sono selezionati i PCI?

Ai sensi dell’attuale regolamento sulle reti energetiche europee TEN-E, affinché un progetto diventi un PCI è necessario che sia un’infrastruttura di rete con un impatto significativo su almeno due Stati membri dell’UE. E che contribuisca ad almeno uno dei seguenti obiettivi politici:

  1. migliorare l’integrazione del mercato e delle reti nazionali;
  2. aumentare la concorrenza sui mercati dell’energia offrendo alternative ai consumatori;
  3. migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento;
  4. contribuire all’obiettivo di sostenibilità, ad esempio sostenendo la generazione rinnovabile e la riduzione di CO2.

“I 67 progetti di trasmissione e stoccaggio dell’elettricità nell’elenco – spiega la Commissione europea in una nota stampa – daranno un contributo importante all’aumento dell’ambizione delle rinnovabili nell’ambito del Green Deal europeo. Mentre cinque progetti di reti intelligenti miglioreranno l’efficienza delle reti, il coordinamento dei dati transfrontalieri e una gestione più sicura della rete. Nessun nuovo progetto del gas è supportato dalla proposta. I pochi […] selezionati, che erano già stati inseriti nel 4° elenco PCI, sono progetti necessari per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per tutti gli Stati membri. Una valutazione rafforzata della sostenibilità ha portato alla cancellazione dall’elenco di numerosi progetti del gas”.

Nel dicembre 2020, la Commissione ha proposto una revisione del regolamento TEN-E che porrebbe fine all’ammissibilità dei progetti di infrastrutture petrolifere e del gas per i futuri elenchi PCI. Creando l’obbligo per tutti i progetti di soddisfare i criteri di sostenibilità obbligatori e seguendo il principio del “nessun danno significativo”.

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