Produzione elettrica da rinnovabili: i dati della prima metà del 2024
É un risultato storico quello registrato nella prima metà del 2024 in Italia. La produzione elettrica da fonti rinnovabili ha battuto la generazione fossile mantenendosi quasi costantemente sopra per sei mesi consecutivi. Da gennaio a giugno. Come sottolinea Terna, l’operatore della rete di trasmissione, si tratta della prima volta per il sistema elettrico italiano, merito di un insieme di fattori, ripresa dell’idroelettrico in primis.
Le informazioni appartengono al rapporto di aggiornamento mensile, che traccia i trend di domanda e consumi elettrici a livello nazionale. Con focus dedicati anche agli indici IMCEI (Indice Mensile dei Consumi Elettrici Industriali) e IMSER (Indice Mensile dei Servizi).
Produzione elettrica 2024, le fonti rinnovabili battono le fossili
Partiamo da un dato generale, ossia quello del fabbisogno elettrico nazionale. In questi primi sei mesi del 2024 la richiesta sulla rete è stata superiore a quella del 2023 dell’1,1 per cento (ma in riduzione rispetto al dato progressivo del 2022) raggiungendo i 151,6 TWh. Ebbene rispetto al dato totale, 66,5 TWh sono stati forniti esclusivamente dalla produzione elettrica rinnovabile. 58 TWh dalle fonti fossili e il resto dal saldo con l’estero.
In termini percentuali questo significa che dall’inizio dell’anno a oggi le FER italiane hanno coperto il 43,8 per cento dei consumi elettrici italiani, contribuendo per il 52,9 per cento alla produzione nazionale totale netta.
Si può parlare solo di un “anno fortunato“? No, i dati di Terna raccontano una storia precisa, in cui sicuramente le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo importante ma assieme ad altri fattori.
I dati degli ultimi anni mostrano, infatti, un trend in crescita per la produzione elettrica da rinnovabili, accompagnato da un calo progressivo dei combustibili fossili. A titolo di confronto da gennaio a giugno 2022 la copertura del fabbisogno elettrico nazionale era per il 51,6 per cento in mano alle fossili, per il 34,5 per cento coperta dalle rinnovabili nostrane e per il 13,9 ottenuta dal saldo export/import.
Risalendo ancora più indietro: da gennaio a giugno 2019, prima di tutti i grandi sconvolgimenti che hanno impattato sul sistema energetico nazionale, la composizione del fabbisogno elettrico era divisa fra un 52 per cento di fossili, un 15 per cento saldo estero e 33 per cento di rinnovabili.
Le ragioni dietro al nuovo record delle rinnovabili italiane
Quali sono allora i motivi dietro questi sei mesi da record? Un dato non può essere negato: l’incredibile apporto dell’idroelettrico. Nel primo semestre la produzione idroelettrica nazionale ha raggiunto i 25,92 TWh, +64,8% rispetto ai 15,73 TWh del periodo gennaio-giugno 2023. Merito essenzialmente dell’elevata disponibilità idrica al Nord dal momento che il Sud del Paese si trova nella situazione opposta. Il segmento da solo ha contribuito al 39 per cento del totale FER.
Segue il fotovoltaico con una quota del 26,4 per cento del mix verde totale, per 17,6 TWh generati nel primo semestre 2024. In questo contesto la crescita della capacità installata ha avuto un ruolo predominante. Basti pensare che nel 2019 l’apporto solare alla produzione elettrica era stato solo di 11,4 TWh nei primi sei mesi dell’anno. Spiega Terna “Nel 2024, l’aumento della produzione (+2614 GWh sul 2023) è il risultato del contributo positivo della maggior potenza installata (+3386 GWh) che compensa ampiamente la minore producibilità legata all’irraggiamento (-772 GWh).”
Oggi il settore sta crescendo bene anche grazie agli incentivi al fotovoltaico. La capacità in esercizio è cresciuta di ben 3,34 GW da gennaio a giugno. Nello stesso periodo del 2023 l’incremento era stato di 2,32 GW, registrando quindi un aumento di oltre 1 GW (+44 per cento). “La regione con l’incremento maggiore è la Lombardia con 438 MW, seguita da Lazio (+412 MW) e Veneto (+261 MW)”.
Contributo in leggero aumento per l’eolico. Nel primo semestre del 2024, la capacità in esercizio è aumentata di 363 MW. Nello stesso periodo del 2023 l’incremento era stato di 272 MW, registrando pertanto un aumento di 91 MW (+33 per cento). In termini di produzione elettrica il segmento ha fornito 12,6 TWh in sei mesi, rispetto agli 11,3 TWh dello stesso periodo del 2023. In questo caso “l’aumento della produzione (+1241 GWh sul 2023) è il risultato combinato sia del contributo positivo dovuto alla maggior potenza installata (+504 GWh) sia della maggior producibilità (+737 GWh)“.
I dati di Terna per giugno 2024
Per quanto riguarda esclusivamente il mese di giugno, la domanda elettrica nazionale è stata coperta per l’88,5 per cento della produzione nazionale, pari a 22,9 miliardi di kWh. In questo contesto le fonti di energia rinnovabile hanno assicurato il 52,5 per cento della domanda elettrica. In aumento la fonte idrica (29,4 per cento), grazie essenzialmente al contributo degli impianti del Nord Italia, la fonte eolica (29,2 per cento) e fotovoltaica (18,2 per cento). “Nella giornata del 22 giugno – scrive l’operatore di rete – dalle ore 13:00-14:00, si è registrato il massimo storico di produzione oraria da fonti energetiche rinnovabili”, con una potenza di picco raggiunta di 33,2 GW.
Il PUN medio a giugno 2024 è pari a circa 103,2 €/MWh (+9 per cento rispetto al mese precedente e -2 per cento rispetto a giugno 2023). “Nel mese di giugno i prezzi zonali non sono allineati rispetto al PUN, ad eccezione della zona Centro Nord che registra un differenziale medio pari a -0,6 €/MWh. In particolare, le zone Calabria, Centro Sud, Sicilia e Sud registrano un differenziale medio pari a 2,9 €/MWh”.
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