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Piano d’azione per l’energia accessibile, Bruxelles guarda alle fossili

Nella bozza in circolazione si parla di nuove misure per accelerare l'ammodernamento delle reti e tasse sull'elettricità più basse, anche di possibili contratti GNL a lungo termine e investimenti in infrastrutture fossili all'estero

Piano d'azione per l'energia accessibile, Bruxelles guarda alle fossili

L’Affordable Energy Action Plan sarà presentato il 26 febbraio 2025

“Per fornire una risposta rapida e decisa che riduca i costi energetici nell’immediato e per rendere il sistema energetico a prova di futuro”, la Commissione europea sta preparando un Piano d’Azione per l’energia accessibile. È lo stesso Esecutivo comunitario a descrivere così le finalità della nuova strategia che verrà presentata il 26 febbraio 2025, assieme all’atteso Clean Industrial Deal.

Il piano dovrebbe, almeno nelle intenzioni, offrire una serie di misure con cui affrontare elevati prezzi dell’energia, tornati a crescere a fine dello scorso anno e, in ogni caso, ormai lontani dai livelli pre crisi. Basti pensare che oggi l’elettricità è circa 3 volte più costosa del gas in molti paesi europei. E che per le industrie, i prezzi elettrici al dettaglio risultano in media quasi di quelli di inizio 2021.

Una situazione che non solo colpisce duramente oltre 40 milioni di europei considerati già in povertà energetica, ma che mina direttamente la competitività industriale del Blocco. Mettendo a rischio sicurezza e sostenibilità.

Le novità del Piano d’Azione Energia Accessibile

In questo contesto il nuovo piano promette ampliare l’accesso diretto all’energia a basso costo attraverso maggiore integrazione del mercato, l’uso di garanzie e strumenti di riduzione del rischio per facilitare la conclusione di accordi di acquisto di energia a lungo termine. Incoraggiando un’equa allocazione dei costi del sistema energetico attraverso tariffe meglio progettate. Come? Ad esempio tramite una riduzione delle tasse sull’energia.

Nel dettaglio la bozza del Piano energia apre alla possibilità per i paesi UE di ridurre le imposte e i prelievi nazionali nella bolletta dell’energia elettrica, avvicinandosi alle aliquote minime di accisa previste dalla direttiva sulla tassazione dell’energia [direttiva 2003/96/CE], pari a 0,5 euro/MWh per le imprese e all’aliquota Iva ridotta al minimo del 5%”.

Che la tassazione energetica abbia un ruolo da comprimaria sulle somme fatturate in bolletta è un dato di fatto. Non a caso durante la crisi energetica 2022, la maggior parte dei governi è intervenuto su oneri e fiscalità per alleviare la pressione sui consumatori.

Una misura temporanea, la cui conclusione ora si fa sentire. Secondo Eurostat il ripristino delle imposte ordinarie nei primi sei mesi del 2024 ha ostacolato e in alcuni casi annullato il calo del prezzo del gas, facendo lievitare le bollette elettriche. E ora che i prezzi del gas sono tornati a salire, appare evidente la necessità di andare oltre a semplici interventi tampone.

Ma la bozza del Piano d’Azione per l’energia accessibile (Affordable Energy Action Plan), pubblicata in queste ore da Politico, rivela un strategia più ampia e decisamente meno “green deal oriented” di quella messa in campo durante la crisi del 2022. Assieme ad una serie di interventi per accelerare l’ammodernamento delle rete elettrica e aggiornare le norme di governance, emergono infatti proposte tutte focalizzate sulle fonti fossili.

Come quella di aprire le porte a contratti a lungo termine per il gas naturale liquefatto (GNL). O di sostenere investimenti pubblici in progetti legati ai carburanti fossili all’estero. Magari imitando il Giappone e acquistando quote di partecipazione in iniziative di GNL all’estero in cambio di un accesso al gas continuo e a prezzi preferenziali.

Le richieste delle associazioni

Nulla per ora è stato confermato e per avere il piano ufficiale bisognerà attendere il 26 febbraio. Ma le associazioni di settore si sono già fatte avanti con una serie di richieste. Le ultime ad arrivare sono quelle di Wind Europe e CAN Europe.

La prima che rappresenta la filiera eolica in Europa, chiede alla Commissione UE di concentrarsi sulle seguenti priorità:

  1. Tassazione a sostegno dell’elettrificazione e dell’integrazione delle energie rinnovabili: allineare le tasse sull’energia agli obiettivi climatici.
  2. Reti efficienti e soluzioni flessibili: incrementare gli investimenti nelle infrastrutture di rete e nelle soluzioni flessibili come l’accumulo di energia e la risposta alla domanda.
  3. Espansione della fornitura affidabile di energia elettrica rinnovabile: accelerare la diffusione delle energie rinnovabili attraverso quadri normativi stabili, contratti elettrici a lungo termine e incentivi agli investimenti.
  4. Supportare le comunità che ospitano fonti rinnovabili: fornire vantaggi diretti alle comunità che ospitano progetti di energia rinnovabile.
  5. Creare un business case per l’elettrificazione industriale: supportare le industrie nella transizione verso l’elettrificazione attraverso meccanismi finanziari mirati e creando domanda di prodotti ecologici.

Per CAN Europe, che ricorda come sia essenziale evitare nuove estrazioni e infrastrutture peril gas fossile così come prolungare le importazioni di GNL, le priorità sono:

  1. Accelerare la diffusione delle FER
  2. Aumentare risparmio ed efficienza energetica con obiettivi di riduzione dei consumi in tutti i settori.
  3. Ridurre la domanda di gas, prolungando e rendendo obbligatori i risparmi imposti dal Regolamento 2022/1369).
  4. Aumentare la flessibilità del sistema con misure per la flessibilità della domanda e soluzioni di stoccaggio.
  5. Promuovere la partecipazione dei cittadini.
  6. Incrementare gli investimenti per lo sviluppo della rete, semplificando anche i finanziamenti pubblici.
  7. Proteggere i consumatori vulnerabili, ottimizzando i contratti per differenza per incentivare le rinnovabili e redistribuendo i ricavi ai consumatori a basso reddito.
  8. Riformare la Direttiva sulla tassazione dell’energia per allineare le imposte ai costi ambientali.

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