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Normativa energetica, l’Unione Europea affina il tiro

Approvata dal Comitato energia del Parlamento UE la relazione che impegna i Ventisette a informare Bruxelles degli accordi intergovernativi che stipulano con paesi terzi nel settore energetico

(Rinnovabili.it) – E’ stato approvato ieri dal Comitato per l’Energia dell’Europarlmento un testo per un accordo provvisorio con il Consiglio  in grado di rafforzare la mano dei paesi dell’UE negli accordi energetici bilaterali con quelli extracomunitari. Il provvedimento, passato a Strasburgo con 35 voti a favore e 19 contrari, dovrebbe da un lato incoraggiare la cooperazione energetica tra Ventisette e dall’altro consentire alla Commissione europea di essere sempre informata in merito agli accordi intergovernativi stipulati con paesi terzi. “Si tratta – ha spiegato a margine della votazione il relatore Krišjānis Karins – di un primo passo importante verso una comune politica energetica dell’UE, che è in definitiva nell’interesse dei cittadini e dei consumatori dell’Unione europea. Questa legislazione aumenta la trasparenza nei contratti di fornitura energetica con i paesi terzi, garantendo così che il diritto comunitario sia rispettato. Sarà inoltre possibile creare una base per un’azione coordinata degli Stati membri nel settore dell’energia”.

Nel dettaglio, la proposta legislativa richiederebbe la creazione di un meccanismo di scambio di informazioni tra Esecutivo e Stati membri per tutti gli accordi intergovernativi che incidono sul mercato interno dell’energia e la sicurezza della Comunità in tema di approvvigionamento.

I Ventisette sarebbero tenuti a presentare alla Commissione, entro tre mesi dall’entrata in vigore della normativa, tutti gli accordi bilaterali esistenti con i paesi terzi e Bruxelles avrebbe quindi nove mesi di tempo per informare le nazioni “se la sua prima valutazione ha portato a dubbi sulla compatibilità con il diritto dell’Unione” (diritto della concorrenza dell’Unione europea e la legislazione sul mercato interno dell’energia). Inoltre, gli Stati membri “possono comunicare” alla Commissione di eventuali nuovi accordi, prima o durante i negoziati e quest’ultima – il paese europeo in questione è d’accordo – potrebbe partecipare ai negoziati in qualità di osservatore, fornendo consigli o suggerendo clausole non vincolanti.