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Microgrid, la chiave per un futuro di comunità energetiche rinnovabili

Un gruppo di ricercatori italiani ha sviluppato un metodo che consente un uso più efficiente dell'energia tra comunità di case intelligenti e rinnovabili distribuite

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Un nuovo modello di gestione energetica per le microgrid del futuro

(Rinnovabili.it) – Un nuovo modello di generazione distribuita, costituito da edifici smart in grado di dialogare fra loro e la fonte energetica per ridurre i consumi e i carichi sulla rete. Questo il progetto di microgrid su cui sta lavorando il Politecnico di Bari. In un articolo pubblicato a maggio su EEE / CAA Journal of Automatica Sinica (testo in inglese), un gruppo di ricercatori dell’ateneo pugliese ha presentato un nuovo approccio alla gestione energetica residenziale in grado di far compiere un passo in avanti al nuovo concetto delle Energy Community. Nel dettaglio il lavoro presenta una strategia di controllo della distribuzione energetica, proponendo un metodo che consenta anche la programmazione delle attività elettriche domestiche.

 

Rifornire case ed edifici con con diverse fonti energetiche su piccola scala e distribuite sul territorio all’interno di un piccolo sistema comunitario autonomo, offre diversi vantaggi al processo di transizione energetica. Il primo e più importante è quello di poter ridurre il carico sulla rete nazionale. Ma per poter rendere efficiente il processo e quindi non sprecare neppure un wattora di quelli prodotti dalla generazione distribuita sono necessari approcci di gestione ad hoc. Ma anziché puntare sull’installazione diffusa di sistemi d’accumulo, la ricerca si concentra sulle potenzialità delle microgrid: reti che siano in grado di collegare in maniera proattiva le abitazioni dotate di impianti rinnovabili, per poter bilanciare in tempo reale offerta e consumi.

 

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Nel dettaglio gli scienziati hanno studiato come ridurre l’approvvigionamento energetico dalla rete consentendo alle case di scambiare le proprie eccedenze di energia rinnovabile tra loro e progettando in modo ottimale i consumi. “L’approccio proposto consente di sfruttare al massimo l’energia raccolta localmente, garantendo al tempo stesso la privacy dei programmi di consumo degli utenti”, spiega Raffaele Carli, Ph.D., autore dello studio. Il lavoro ha portato alla definizione di un algoritmo di ottimizzazione che consenta a ciascuna abitazione di agire come un singolo nodo di carico della rete.

 

“Il passo successivo – aggiunge Carli – è quello di affrontare uno scenario più complesso in cui gli utenti residenziali sono eventualmente dotati di sistemi di accumulo di energia, le cui capacità vengono riallocate tra gli attori: in questo caso la gestione dell’energia mira a definire una strategia di controllo capace di assicurare anche una condivisione ottimale dello stoccaggio , progettando contemporaneamente il profilo di consumo degli apparecchi controllabili, l’energia rinnovabile scambiata tra gli utenti e l’energia da acquistare / vendere alla rete di distribuzione”.

 

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