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Mercato elettrico italiano: i rischi tra vecchie radici e nuovi target verdi

L'allarme di Althesys: struttura e meccanismi attuali porteranno a prezzi troppo bassi per investire nelle rinnovabili, nella capacità flessibile e nell'accumulo. È necessaria una ri-progettazione del sistema

Mercato elettrico italiano
Image by Michael Schwarzenberger from Pixabay

A Key Energy 2020 riflettori puntati sul futuro del mercato elettrico italiano

(Rinnovabili.it) – Il sistema elettrico sta cambiando rapidamente, sotto la spinta delle nuove tecnologie e degli obiettivi di decarbonizzazione e, purtroppo, anche della pandemia in atto. In questo contesto di rapide mutazioni viene da chiedersi quanto il mercato elettrico italiano (e non solo) sia preparato ad assorbire i cambiamenti. Secondo l’analisi di Althesys, presentata nel corso di Key Energy 2020, ancora molto poco. Al punto che l’attuale struttura, con i suoi ormai vecchi meccanismi e strumenti, potrebbe andare in crisi di fronte ai target climatici del 2030.

La tenuta e il funzionamento del mercato elettrico italiano sono stati i temi centrali del webinar Ripensare il mercato elettrico per la transizione energetica. Il market design alla prova della decarbonizzazione”, svoltosi stamane sulla Piattaforma Digitale Ecomondo 2020 – Key Energy 2020. Quello che è chiaramente emerso dal seminario e dallo studio Althesys, presentato per l’occasione, è la necessità di un nuovo e diverso disegno.

La riforma proposta dall’Unione europea costituisce un primo passo in avanti. Ma secondo il report non sarebbe sufficiente ad evitare che “i prezzi in discesa del chilowattora verde mettano a rischio gli investimenti nelle rinnovabili”. E di conseguenza anche “la possibilità di raggiungere il 55% di energia elettrica da rinnovabili entro il 2030, obiettivo previsto dal PNIEC“.

I dati raccolti dagli analisti di Althesys mostrano come l’incertezza sui prezzi futuri delle rinnovabili pesi fortemente sugli investimenti ventennali di cui ha bisogno il settore energetico. Le proiezioni condotte con i modelli di forecast elaborati attraverso migliaia di simulazioni sul lungo periodo da NET – New Electricity Trends di Althesys, realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa, mostrano dei prezzi elettrici “catturati” da eolico e fotovoltaico incompatibili con i costi prevedibili.

“I risultati delle nostre analisi – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys – evidenziano che, in assenza di un nuovo market design e di adeguate policy per rinnovabili e accumuli, decarbonizzazione, sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico sono difficilmente compatibili. I prezzi ottenibili da fotovoltaico ed eolico non sosterrebbero gli investimenti necessari”.

Il timore è che l’attuale disegno del mercato elettrico italiano – figlio delle liberalizzazioni anni ‘90 e fortemente centralizzato – porti al collasso del sistema. Da un lato a causa di prezzi sul Mercato del Giorno Prima non più in grado di remunerare le fonti intermittenti. Dall’altro attraverso l’impossibilità del Mercato dei Servizi di assicurare la necessaria capacità flessibile e di backup.

Oltre a rivedere la configurazione e i meccanismi di funzionamento del mercato – prosegue l’economista – è necessario intervenire in modo deciso sul sistema di governance e sull’intera filiera delle procedure autorizzative. I deludenti risultati delle ultime aste FER1 mostrano chiaramente che esse sono uno dei maggiori freni agli investimenti e quindi alla decarbonizzazione”.

Per la società d’analisi il sistema italiano non sarebbe neppure in grado di cogliere il nuovo target climatico richiesto da Bruxelles, che porterebbe la quota di rinnovabili elettriche al 60-65% dei consumi.

“Ormai – conclude Marangoni – non si tratta più di disegnare una nuova strategia energetica nazionale (dopo SEN e PNIEC), bensì di ripensare completamente il sistema, tanto del market design elettrico che dell’assetto di governance e della catena del permitting del nostro Paese”.