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Mercato elettrico europeo: migliora la resilienza ma l’inverno fa ancora paura

Mercato elettrico europeo
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Pubblicato il rapporto sulle prospettive invernali per il mercato elettrico europeo

(Rinnovabili.it) – Riuscirà il mercato elettrico europeo a passare indenne l’inverno 2021-2022 senza blackout, interruzioni e crisi d’approvvigionamento? Prova a rispondere alla domanda ENTSO-E, la Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione elettrica, pubblicando il suo Winter Outlook (testo in inglese). Il rapporto presenta le prospettive regionali e cerca in qualche modo di rassicurare gli animi. Nonostante il difficile momento sul fronte commodity energetiche, il settore spiega infatti che non vi saranno rischi nella sicurezza elettrica dei prossimi mesi. Tuttavia la guardia rimane alta in attesa di conoscere le future condizioni meteo e i flussi sul mercato internazionale del gas.

Cosa si sa di sicuro? Che l’attuale impennata dei prezzi del gas avrà un impatto sui quelli dell’energia elettrica ma non dovrebbe comportare ulteriori rischi di adeguatezza, né nello scenario di riferimento né in quello ad alto rischio. Al contrario, la dinamica rialzista nel mercato del gas potrebbe persino supportare l’adeguatezza del sistema europeo incentivando un uso moderato e parsimonioso della risorsa fossile. E favorendo in questo modo le riserve.

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Chi rischia di più in Europa?

Una cosa è sicura: il delicato momento del mercato elettrico europeo non farà troppo bene a clima e ambiente. Le centrali termoelettriche a carbone, spiega il Winter Outlook, stanno guadagnando un vantaggio economico rispetto alle centrali elettriche a gas. Non solo. La situazione dovrà essere attentamente monitorata in caso di interruzioni prolungate delle rotte di approvvigionamento del gas combinate con condizioni meteorologiche avverse.

Riflettori puntati sulla Francia, patria dell’atomo, dove ENTSO-E ravvisa possibili rischi a gennaio e febbraio in caso di eventi climatici estremi. Allerta gialla anche in Irlanda dove le interruzioni pianificate della generazione elettrica e l’invecchiamento delle centrali offrono una maggiore probabilità di stop non pianificati.

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Per l’Italia, il documento sottolinea la possibilità di eventuali situazioni critiche in caso di scarsa importazione o addirittura esportazione nei paesi vicini. O se il tasso di interruzioni non pianificate delle unità di generazione dovesse superare i valori tipici o in caso di bassa produzione di energia idroelettrica. “Tuttavia – suggeriscono gli autori – il rinvio e/o l’annullamento delle manutenzioni potrebbero essere utilizzati come contromisure”.

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