
I meccanismi di capacità nell’Unione europea devono affrontare ancora diverse sfide legate ad una serie di complessità intrinseche. Ecco perché Bruxelles ha pubblicato in questi giorni alcune proposte di semplificazione. Spunti concreti che, assieme al nuovo report sul processo di approvazione degli stessi, sono parte integrante della riforma del mercato elettrico comunitario.
Per comprendere le possibili soluzioni, tuttavia, è necessario partire dai problemi.
Meccanismi di capacità, lo stato attuale
Oggi i meccanismi di capacità rappresentano uno degli strumenti di supporto offerto dai paesi dell’UE per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico a medio e lungo termine. Il funzionamento è semplice: remunerano le risorse di capacità come centrali, risposta alla domanda e unità di stoccaggio, per la loro disponibilità a fornire elettricità (o non consumarla) quando necessario. Questi pagamenti si aggiungono ai guadagni che gli impianti ottengono vendendo elettricità sul mercato energetico.
Ovviamente gli Stati membri devono giustificare l’impiego del meccanismo di capacità. Come? Sulla base di due elementi:
- una valutazione di adeguatezza: il meccanismo sia proporzionato all’adeguatezza del sistema, in modo che la capacità energetica disponibile e prevista sia sufficiente a soddisfare la domanda in ogni momento.
- un obiettivo di sicurezza dell’approvvigionamento (standard di affidabilità).
Meccanismi di capacità, i problemi da risolvere
In questo contesto il report della Commissione europea evidenzia diversi problemi che affliggono la progettazione e il processo di approvazione di tali meccanismi.
Una delle criticità lamentata dai paesi Ue è la metodologia ERAA per la valutazione dell’adeguatezza delle risorse europee, considerata da alcuni troppo complessa. L’utilizzo di un unico “scenario di riferimento centrale” è visto come limitante e non in grado di rappresentare adeguatamente le diverse traiettorie future della transizione energetica. Criticato anche il fatto che questo scenario si basi sul presupposto del pieno raggiungimento degli obiettivi dei Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNIEC).
Anche la metodologia ACER (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia) per il calcolo dello standard di affidabilità presenta delle difficoltà. L’implementazione varia significativamente tra gli Stati membri, portando a divergenze nei risultati, non sempre giustificabili dalle specificità nazionali.
La relazione sottolinea inoltre come alcuni meccanismi di capacità nazionali contengono requisiti che ostacolano la partecipazione di nuove tecnologie, come la risposta alla domanda e lo stoccaggio, favorendo il mix di generazione esistente. E come la partecipazione transfrontaliera delle risorse sia attualmente limitata a causa della complessità del quadro normativo e delle metodologie. Senza contare che i sistemi di sanzioni applicati nei diversi Stati membri non sempre forniscono incentivi adeguati per garantire l’effettiva fornitura del servizio contrattuale.
Infine va messo in evidenza come gli i paesi UE considerino il processo di approvazione delle decisioni sugli aiuti di Stato sui meccanismi di capacità eccessivamente lungo, potendo arrivare a durare fino a due anni. La fase di pre-notifica, in particolare, tende a prolungarsi a causa della necessità di definire e finalizzare la progettazione del regime.
Le proposte della Commissione
Diverse le proposte presentate dall’Esecutivo per semplificare e risolvere le attuali criticità. Vediamole una per una:
Revisione della metodologia ERAA:
L’esecutivo propone l’introduzione di un ulteriore “scenario di tendenze e proiezioni” per considerare una visione alternativa del futuro, basata sui progressi effettivi verso la realizzazione dei PNIEC facendo maggiore attenzione ai ritardi attuativi. Scenario da sottoporre “a un’approfondita consultazione pubblica”. E ancora: attualmente la metodologia ERAA richiede la modellazione di ogni anno su un orizzonte di 10 anni. La Commissione UE suggerisce una modellazione esplicita solo di un numero limitato di anni target cruciali, con estrapolazione per gli altri.
Ovviamente le richieste di Bruxelles all’Agenzia definisce solo la portata di tale semplificazione. Spetta all’ENTSO-E presentare le bozze dettagliate delle proposte di metodologia per l’approvazione dell’ACER.
Si chiede inoltre che la fattibilità economica delle risorse sia misurata su un approccio di “massimizzazione dei ricavi” piuttosto che su uno di “costi di sistema”, fornendo maggiore attenzione alla valutazione dei tassi di rendimento minimo.
Proposta infine la definizione comune dei fattori di derating (declassamento) per diverse tecnologie, una migliore considerazione delle risorse flessibili non fossili, un aumento della trasparenza, con pubblicazione dei risultati dettagliati dell’ERAA.
Semplificare il processo di approvazione:
In questo campo Bruxelles propone una procedura semplificata per gli aiuti di Stato attraverso lo sviluppo di modelli predefiniti basati sulle migliori pratiche, una checklist per gli Stati membri per verificare la conformità e tempi più rapidi in caso di verifica positiva (senza la necessità di ulteriori discussioni sulla progettazione).
“Come ulteriore semplificazione per accelerare il processo di approvazione del meccanismo di capacità, la Commissione richiederà all’ACER di calcolare un valore di riferimento del carico perso per tutti gli Stati membri, sfruttando le esperienze attuali per aumentare l’efficienza e migliorare la coerenza del calcolo. L’Agenzia dovrebbe inoltre rendere disponibili indicatori di costo di riferimento a livello UE, considerando gli studi esistenti sul costo del nuovo ingresso e i migliori studi economici disponibili. Questi valori di riferimento (che saranno resi immediatamente disponibili dall’ACER) consentiranno agli Stati membri di stabilire rapidamente i propri standard di affidabilità se decidono di considerare i calcoli dell’Agenzia”.
Leggi QUI il report