Identificate le aree del territorio più a rischio e a maggior priorità di intervento
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Arriva la nuova metodologia per il Piano di resilienza della rete elettrica nazionale. E’ stata presentata da Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia, l’acqua, e i rifiuti), Terna (la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale), e Rse (la società per lo sviluppo di attività di ricerca nel settore energetico) per incrementare l’affidabilità e la sostenibilità della rete di trasmissione nazionale.
Leggi anche Questione climatica “ineludibile”: per Terna è la chiave delle infrastrutture di domani
Rientra nell’ambito delle azioni di lotta ai cambiamenti climatici per studiare – per esempio di fronte alla triplicazione di eventi meteo estremi negli ultimi 40 anni a livello globale – soluzioni e interventi innovativi per migliorare la sicurezza delle infrastrutture energetiche strategiche del nostro Paese. L’obiettivo è incrementare la sicurezza, l’affidabilità e la sostenibilità delle infrastrutture energetiche strategiche per il Paese, esposte frequentemente a fenomeni climatici estremi sempre più intensi ed estesi.
Tre le linee guida dello studio che individua una serie di interventi specifici per minimizzare il rischio di interruzione del servizio elettrico. Sono prese in considerazione “la frequenza e l’estensione degli eventi climatici estremi, il loro impatto sulle infrastrutture di rete e un’analisi della tipologia di asset interessati”. Identificate le aree del territorio più a rischio e a maggior priorità di intervento: grazie a modelli previsionali, sensori, IoT e potenziamento delle reti.
Tra gli interventi principali – viene spiegato – ci sono azioni preventive per diminuire l’esposizione degli impianti a eventi meteorologici severi; soluzioni per ridurre il tempo di ripristino degli asset a seguito di disservizi; attività di monitoraggio predittive per anticipare situazioni meteo critiche con impatto sulle reti. Terna ha già pianificato “la realizzazione di nuove linee in cavo interrato, il potenziamento, l’interramento o il rifacimento a seconda delle esigenze di elettrodotti esistenti, interventi puntuali di mitigazione del rischio, come per esempio l’installazione di dispositivi anti-rotazionali per prevenire la formazione dei cosiddetti manicotti di ghiaccio sui conduttori, l’implementazione di piani di emergenza con strumenti e attrezzature a supporto del ripristino del servizio, quali mezzi speciali e gruppi elettrogeni”. Inoltre, “modelli previsionali per un sempre più dettagliato e preciso monitoraggio delle infrastrutture tramite l’utilizzo di innovativi sensori, IoT e analisi dei big data”.
Leggi anche Reti elettriche resilienti e sicure, Enea e Terna lavorano sull’obiettivo
Lo studio è “il risultato di un approccio ad ampio spettro” che ha consentito a Terna e Rse di “analizzare e definire le curve di vulnerabilità delle infrastrutture partendo dalla mappatura della rete e individuando le porzioni a maggior rischio per effetto di vento forte, ghiaccio e neve“. Attraverso “correlazioni meteo storiche” si è potuto “valutare con maggiore accuratezza la probabilità delle contingenze multiple tenendo conto dei cambiamenti climatici: in questo modo è stato possibile identificare le aree del territorio più a rischio di guasti”.
Terna ha avviato per la prima volta una consultazione – aperta fino al 13 maggio 2021 – per raccogliere pareri su una metodologia innovativa per la stima degli indicatori di resilienza, per “individuare gli interventi utili a minimizzare la vulnerabilità delle infrastrutture sottoposte agli eventi climatici estremi a beneficio della sicurezza del servizio elettrico e del territorio per imprese e cittadini”.