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A caccia delle invisibili perdite di metano dalle infrastrutture europee

invisibili perdite di metano
Credits: Clean Air Task Force

Dove sono le perdite di metano europee?

(Rinnovabili.it) – Le infrastrutture europee perdono metano. Emissioni invisibili a occhio nudo ma che contribuiscono a rallentare l’azione climatica del Vecchio Continente. A sottolinearlo è la nuova indagine di Clean Air Task Force (CATF). Termocamera alla mano, l’associazione ha visitato oltre 200 siti in sette paesi dell’UE per rivelare l’eventuale presenza di perdite di metano. Il risultato? CATF ha scoperto emissioni in 123 siti in Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Romania.

Che il settore degli idrocarburi si scontri quotidianamente con le fughe di metano non è ovviante una novità. Dai pozzi alle linee di distribuzione, dai serbatoi di stoccaggio alle stazioni di compressione, il comparto è responsabile di ben 75 milioni di tonnellate di gas serra disperso annualmente in atmosfera a livello mondiale. Accidentalmente e intenzionalmente. Un quantitativo che da solo basterebbe per produrre due volte l’elettricità di cui l’Africa ha bisogno. Peccato che si tratti solo di una stima, basata su calcoli cartacei rispetto all’energia prodotta e consumata. Per essere più precisi, diverse autorità internazionali stanno lavorando con la tecnologia satellitare. E i primi risultati sembrerebbe rivedere al rialzo i calcoli del passato.

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Il vero problema è che queste “methane leaks” non sono regolate a livello normativo. In Europa si sta lavorando per recuperare questo gap ma le azioni sono ancora tutte su carta. Nella Strategia UE sul Metano presentata dalla Commissione europea ad ottobre 2020 si promette di introdurre l’obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas. E di prendere in considerazione una normativa che vieti le pratiche di combustione e sfiato di routine. Ma tra preparazione della proposta legislativa, approvazione ed entrata in vigore, bisognerà attendere almeno il 2023.

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