Monitorare passo passo, in tempo reale, l’impatto sull’ecosistema della realizzazione di grandi collegamenti elettrici sottomarini, ricavando informazioni preziose anche sulla sicurezza degli asset. È l’obiettivo dell’applicazione dell’IoT all’ambiente sottomarino, testato da Terna insieme a Wsense, società deep-tech pioniera dell’IoUT, l’internet delle cose sottomarino
L’IoUT di Wsense consiste in un “wi-fi sottomarino” basato su onde acustiche trasmesse da una rete di sensori
Una rete di sensori per monitorare in tempo reale e in modo continuativo l’impatto sull’ecosistema durante la realizzazione dei grandi collegamenti elettrici sottomarini. Abilitata dalla tecnologia sperimentale dell’Internet of Underwater Things (IoUT), l’Internet delle cose sottomarino. Il primo test di Terna nel mar Tirreno è stato un successo e ha aperto prospettive promettenti per impiegare nuove soluzioni tecnologiche a tutela dell’ambiente marino e degli asset fondamentali per rafforzare la rete.
Una sperimentazione che guarda alla realizzazione delle future dorsali strategiche. L’impiego di cavi elettrici sottomarini sarà sempre più diffuso e la loro realizzazione richiederà “l’adozione di soluzioni innovative che garantiscano la sicurezza degli asset e il monitoraggio delle condizioni ambientali nelle vicinanze delle opere”, sottolinea Terna.
Come funzione l’internet delle cose sottomarino di Wsense?
Per il primo test, effettuato nel canale di Piombino, la società si è appoggiata alla tecnologia dell’internet delle cose sottomarino di Wsense, società deep-tech pioniera dell’IoUT. Di cosa si tratta, nel dettaglio? Wsense ha predisposto un sistema di sonde sottomarine, collegate l’una con l’altra in una rete wi-fi subacquea che sfrutta le onde acustiche per la trasmissione dei dati. I vari nodi della rete rimandano i segnali a una boa, la W-Gateway, che li converte in radiofrequenze e li invia ai dispositivi sulla terraferma.
Di fatto, grazie all’IoUT, ha creato un network sottomarino veloce – decine di megabit al secondo su distanze brevi – e “intelligente” – la rete si appoggia ad algoritmi che modificano il protocollo di rete in base alle condizioni delle acque per ottimizzare la trasmissione – che permette di acquisire in tempo reale, per un periodo di tempo prolungato e continuativo, dati per il monitoraggio dell’ecosistema marino. Diversi i parametri rilevati, dal rumore subacqueo, alla potenza delle correnti, dalla concentrazione di clorofilla alla temperatura e alla torbidità delle acque.
“La tecnologia dell’Internet of Underwater Things offre promettenti prospettive per il monitoraggio delle condizioni ambientali subacquee, rappresentando un esempio della Twin Transition, energetica e digitale, che Terna persegue con l’obiettivo di realizzare un sistema elettrico sempre più sostenibile”, ha dichiarato Giacomo Donnini, Direttore Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale di Terna. “La tecnologia sperimentata con Wsense, in questo contesto, potrebbe tracciare la strada per implementare approcci innovativi alla mitigazione ambientale e alla tutela dell’ecosistema marino”.