Invece di aspettare fino a 12 anni, i progetti infrastrutturali di interesse europeo beneficeranno di una procedura abbreviata. Oettinger: “E’ davvero una svolta”
“Si tratta davvero di una svolta in grado di dare alle infrastrutture la spinta necessaria: invece di aspettare fino a 12 anni o oltre per le licenze, i progetti transfrontalieri cruciali – come i gasdotti o le reti elettriche – avranno una procedura che non durerà più di 4 anni. Ciò farà risparmiare tempo e denaro”. Nei prossimi dieci anni Bruxelles stima occorrano circa 200 miliardi di euro per la costruzione di nuove infrastrutture energetiche. Più precisamente, 140 miliardi di euro per sistemi di trasmissione di elettricità ad alta tensione, impianti di stoccaggio dell’energia elettrica e reti intelligenti, 70 miliardi per gasdotti, impianti di stoccaggio del gas, terminali per il gas naturale liquefatto (GNL) e infrastrutture per il flusso inverso (perché il gas possa fluire in entrambe le direzioni), e 2,5 miliardi per infrastrutture di trasporto del biossido di carbonio CO2. Tuttavia, oggi il lungo tempo per ottenere un’autorizzazione mette seriamente a rischio questi investimenti.
La Commissione ha proposto invece di selezionare un certo numero di progetti “di interesse comune” ritenuti importanti per il conseguimento degli obiettivi energetici e climatici che potranno beneficiare di una speciale procedura per la concessione delle licenze, che sarà più semplice, rapida e trasparente delle procedure normali. Ciò, spiega ancora Oettinger, “ci aiuterà a creare un vero mercato europeo in cui i sistemi energetici sono fisicamente collegati tra loro. E i consumatori e le imprese ne trarranno vantaggio perché la concorrenza manterrà bassi i costi”.