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Infrastrutture energetiche transeuropee, è tempo di cambiare le norme

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla revisione del regolamento TEN-E. Simon: “Nuove regole per allineare i progetti energetici alle nostre ambizioni climatiche”

Infrastrutture energetiche transeuropee
Foto di Albrecht Fietz da Pixabay

Il nuovo Regolamento sulle infrastrutture energetiche transeuropee dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2020

(Rinnovabili.it) – Potenziare le infrastrutture energetiche transeuropee per aumentare la resilienza del sistema comunitario senza dimenticare gli impegni di decarbonizzazione. Questo uno degli obiettivi che si è posto l’esecutivo UE con il suo nuovo Green Deal. E lo strumento essenziale per ottenere ciò è il regolamento TEN-E (trans-European energy infrastructure).

Di che si tratta? Di un provvedimento, nato nel 2013, per stabilire gli orientamenti per “lo sviluppo tempestivo e l’interoperabilità delle aree e dei corridoi prioritari dell’infrastruttura energetica transeuropea”. Il regolamento fornisce le norme per la ripartizione di costi e incentivi dei cosiddetti “progetti di interesse comune” (PIC), determinandone anche le condizioni di ammissibilità ai finanziamenti UE.

Si tratta di un aspetto particolarmente delicato per lo sviluppo energetico europeo e per sue le ambizioni climatiche. Ad oggi, infatti, il regolamento TEN-E ha legittimato l’ammissione di moltissimi progetti fossili nelle annuali liste PIC. La nuova svolta verde imposta dall’esecutivo von der Leyen richiede, però, una profonda revisione di queste norme. “Per diventare un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, abbiamo bisogno di infrastrutture energetiche moderne, resistenti, sicure e in grado di accogliere una quota molto maggiore di fonti rinnovabili”, ha dichiarato la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson. 

L’aggiornamento del regolamento TEN-E è già in programma e stabilirà le regole per futuri progetti energetici transfrontalieri assicurandosi che siano in linea con le ambizioni climatiche UE. Ma prima di stilare il testo finale, Bruxelles intende raccogliere le opinioni di cittadini e parti interessate. A tale scopo la Commissione ha aperto ieri una consultazione pubblica che rimarrà attiva sino fino al 13 luglio 2020. Per garantire un processo ampio e interattivo, Bruxelles organizzerà anche quattro webinar dedicati. L’obiettivo è riuscire a pubblicare una proposta legislativa di revisione entro la fine del 2020.

In realtà, diverse associazioni ambientaliste e di settore hanno già presentato alcuni feedback al processo di valutazione del regolamento. E le prime idee su come migliorare le norme non sono tardate ad arrivare. “Finora sono stati proposti e attuati solo pochissimi PIC nella categoria delle reti intelligenti”, ha sottolineato Climate Action Network (CAN) Europe. “La definizione ristretta di infrastruttura ammissibile, ad esempio per quanto riguarda le dimensioni e la connessione alla rete delle tecnologie di accumulo, potrebbe escludere dalla prima nuove tecnologie economiche”.

“Oltre a questi limiti, dovrebbe essere valutata la diversità dei promotori del progetto”. Oggi possono entrare in lista solo determinate tecnologie su larga scala che implicano promotori con elevati capitali e una certa esperienza. In questo modo, però, sottolinea Can Europe, sono tenute fuori tutte le nuove realtà come aggregatori e comunità energetiche locali.