(Rinnovabili.it) – Quattro progetti infrastrutturali per l’anidride carbonica, una smart grid che colleghi Germania e Repubblica Ceca, il rafforzamento dell’interconnessione elettrica tra Belgio e Francia e nuova capacità per uno degli stoccaggi gas della Romania. Queste le iniziative energetiche che nel 2022 hanno ricevuto lo status di progetti di interesse comune (PCI) e che oggi si spartiscono i fondi del meccanismo per collegare l’Europa. Lo ha comunicato ieri la Commissione europea specificando di aver assegnato agli otto progetti ben 594 milioni di euro. Nota bene: si tratta dell’ultima tornata di PCI aperta ancora al finanziamento dei combustibili fossili, a cui d’ora in poi sarà preclusa questa tipologia di sostegno. A prenderne il posto sono oggi le nuove infrastrutture della CO2, le reti intelligenti, i collegamenti elettrici transfrontalieri e quelli dedicati all’idrogeno.
Cosa sono i Progetti di Interesse Comune?
Per Progetti di Interesse Comune (Project of Common Interest – PCI) si intendono tutte quelle iniziative e infrastrutture transfrontaliere selezionate dalla Commissione UE per la loro capacità di collegare i sistemi energetici dei Ventisette. Perché si tratta di “un’etichetta” importante? Perché i PCI possono godere di diversi vantaggi, come uno status prioritario e procedure semplificate per la concessione delle autorizzazioni (massimo 3 anni e mezzo) gestite da uno sportello unico. Passando per una valutazione ambientale più rapida fino all’ammissibilità agli incentivi del meccanismo per collegare l’Europa .
Per ottenere tale status il progetto deve risultare necessario, deve comportare vantaggi superiori ai costi, anche in una prospettiva di lungo termine, e deve essere ubicato sul territorio, interno oppure offshore, di uno Stato membro generando tuttavia un impatto transfrontaliero. Con il Regolamento(UE) 2022/869 l’Unione ha rivisto le regole di settore limitando per la prima volta le sovvenzioni ai progetti legati ai combustibili fossili, che per anni avevano dominato la lista di PCI.
Nel dettaglio le norme introducono uno specifico criterio di sostenibilità, legato al contributo del progetto in termini di integrazione delle rinnovabili nella rete o di riduzione delle emissioni di gas serra.
Infrastrutture della CO2, i progetti finanziati
Nella nuova tornata di finanziamenti, l’anidride carbonica la fa da padrone. I progetti di reti e infrastrutture della CO2 hanno raccolto nel complesso 479 milioni di euro. Vediamoli nel dettaglio.
- 189 milioni di euro sono andati a D’Artagnan, un hub di esportazione del biossido di carbonio nel porto di Dunkerque in Francia;
- 157 milioni di euro alle infrastrutture per la CO2 nel porto olandese di Rotterdam, che comprende sia un terminal di importazione che 200 km di linea sottomarina;
- 2,54 milioni di euro all’EU CCS Interconnector, un progetto infrastrutturale per l’anidride carbonica a Danzica, in Polonia
- 131 milioni di euro all’iniziativa Northern Lights, un progetto transfrontaliero che collega iniziative di cattura della CO2 in diversi Stati membri dell’UE e in Norvegia.
“Questi progetti – scrive l’Esecutivo UE in una nota stampa – sosterranno la creazione di una catena del valore del carbonio a livello dell’UE mentre la Commissione sta lavorando a una nuova strategia sulla gestione della CO2 industriale che contribuisca al raggiungimento dei suoi obiettivi climatici”.