I dati europei sull’import energetico 2024
Continua il calo dell’import energetico nell’Unione Europea. Stando agli dati pubblicati dall’ufficio statistico Eurostat, nel secondo trimestre del 2024, il Blocco ha importato 177,9 milioni di tonnellate di prodotti energetici per un valore di 94,9 miliardi di euro. Rispetto allo stesso trimestre del 2023, i dati registrano una flessione sia in termini di valore (-10,7%) che di massa netta portata entro i confini UE (-9,7%).
Ovviamente non tutti i vettori hanno seguito un trend al ribasso. A trainare sono essenzialmente i cali nel comparto del gas naturale e in quello del gas naturale liquefatto (GNL). Mentre, al contrario, gli oli petroliferi importati si sono mossi su due binari: i volumi sono diminuiti ma i prezzi aumentati (rispetto al 2023).
Quanta energia importa l’Italia e l’UE?
L’Unione Europea veste i doppi panni di produttore e importatore di energia. Un ruolo obbligato su cui però il Blocco ha dovuto rivedere la propria posizione con lo scoppio della crisi energetica. Allora i Ventisette producevano nel complesso circa il 37% della propria energia, importando il resto (63%). E la Russia era in assoluto il principale fornitore di combustibili fossili dell’UE. Il paese forniva all’Unione il 43% del gas naturale e oltre la metà dei combustibili fossili solidi importati.
Tuttavia nel 2022, nel pieno della ripresa post-COVID-19 e dell’aumento dei consumi energetici, l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti minacce alle forniture hanno fatto precipitare la situazione. Aumentando la pressione su prezzi gas ed elettricità, già incanalati dalla metà del 2021 in una spirale di rincari. Un’estate eccezionalmente calda e secca, con il crollo della produzione idroelettrica e le vaste chiusure nel parco nucleare francese, ha peggiorato la situazione.
Una situazione non facile neppure per l’Italia la cui quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda era aumentata dal 73,5% del 2021 al 79,7% del 2022.
Di fronte alle preoccupazioni per la sicurezza dell’approvvigionamento, la Commissione europea ha presentato il piano RepowerEU. Un ricco pacchetto di misure finalizzate a risparmiare energia, diversificare l’approvvigionamento e le importazioni di prodotti energetici, promuovere le rinnovabili. Ma soprattutto interrompere la dipendenza energetica dalla Russia.
Da chi importiamo energia oggi?
Oggi la situazione è molto cambiata come dimostra il rapporto sullo stato dell’Unione energetica 2024. La generazione di energia rinnovabile sta battendo nuovi record di capacità. E nella prima metà dell’anno le FER hanno fornito il 50% dell’elettricità comunitaria. Nel contempo la quota di gas russo nelle importazioni UE è scesa al minimo storico: un 18% al giugno 2024. Gran parte delle quote russe sono state rimpiazzate dai prodotti energetici provenienti da Norvegia e Stati Uniti.
Entrando nel dettaglio dei singoli prodotti, nel secondo trimestre del 2024, la maggior parte delle importazioni comunitarie di oli petroliferi proveniva dagli Stati Uniti (15,1%), dalla Norvegia (14,1%) e dal Kazakistan (11,7%).
La maggior parte del gas naturale allo stato gassoso proveniva, invece, dalla Norvegia (43,5%), dall’Algeria (21,6%) e dalla Russia (15,5%). Gli Stati Uniti hanno fornito quasi la metà del gas naturale liquefatto importato (46,0%), davanti alla Russia (16,8%) e al Qatar (11,9%).