di Paolo Travisi
Attualmente, il Marocco è l’unico paese africano collegato all’Europa
Europa e Africa hanno bisogno l’una dell’altra. Anche nella transizione energetica green. Secondo le stime della società di analisi Rystad Energy, entro il 2035, il 73% dell’elettricità del continente europeo avrà origine da fonti pulite, quota a cui contribuirà l’energia pulita nel Nord dell’Africa. Regione che potrebbe esportare fino a 24 GW di rinnovabili attraverso interconnector sottomarini.
Come evidenzia Rystad Energy attualmente il Marocco è l’unico paese africano collegato all’Europa da due cavi ad alta tensione verso la Spagna, ciascuno dei quali ha una capacità di 700 megawatt; ma a questi va aggiunto un terzo cavo, della stessa capacità, parte del progetto Xlinks UK-Morocco, che porterà 11,5 GW di capacità rinnovabile intermittente, 22,5 gigawattora (GWh) di accumulo di energia tramite batterie e un’interconnessione sottomarina tra Regno Unito e Marocco da 3,6 GW. Inoltre, sono in lavorazione anche altre interconnessioni, come l’iniziativa GREGY tra Grecia ed Egitto insieme al progetto ELMED-TUNITA tra Tunisia e Italia, che ha attirato investimenti significativi da parte di governi e istituzioni finanziarie.
L’Europa punta sul Nord Africa per ridurre dipendenza dalla Russia
“Il potenziale di energia rinnovabile del Nord Africa si allinea con l’obiettivo dell’Europa di ridurre la dipendenza dal gas naturale russo. La vicinanza geografica della regione la rende una scelta naturale, portando a progetti solari ed eolici su larga scala, insieme a cavi sottomarini attraverso il Mediterraneo – considera Nivedh Das Thaikoottathil, analista senior Rystad Energy -. L’energia eolica in Europa raggiunge il picco durante l’inverno, mentre l’energia solare raggiunge il picco in estate, offrendo un’opportunità di bilanciare le fluttuazioni dell’approvvigionamento energetico. Ciò aiuta a diversificare le fonti energetiche e a ridurre l’uso di combustibili fossili nel settore energetico europeo”.
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Tre interconnessioni con Africa fornirebbero 1,6% dell’energia complessiva in Europa
Secondo l’analisi di Rystad Energy, se tutta l’energia generata in queste ed altre strutture rinnovabili africane, fosse distribuita in Europa, le tre interconnessioni che operano alla massima capacità potrebbero fornire circa 55 TWh su base annua, ovvero l’1,6% dell’attuale generazione di energia complessiva in Europa e potenzialmente sostituire circa il 6% della generazione di energia basata sui combustibili fossili in Europa.
Di fatto, il Nord Africa è un attore emergente nella transizione energetica nel Mediterraneo, e con una produzione di energia annuale superiore a 400 TWh è la regione con i più alti tassi di accesso all’elettricità in Africa; questa regione del mondo riveste dunque, un ruolo fondamentale nell’avanzamento delle installazioni eoliche e solari fotovoltaiche onshore, con oltre 350 GW di progetti attualmente in varie fasi di sviluppo.
Inoltre, ospita alcune delle più grandi installazioni fotovoltaiche al mondo, tra cui il complesso solare Benban in Egitto, il più grande progetto solare in Africa, che comprende 41 strutture solari fotovoltaiche separate, distribuite su 37 chilometri quadrati. Fino all’anno scorso, il Marocco ospitava la più grande centrale solare termodinamica del mondo, il complesso solare termodinamico Noor Ouarzazate da 510 MW. Inoltre, i più grandi progetti di energia eolica dell’Africa si trovano in Egitto: i parchi eolici di Gabal El Zeit da 580 MW e Zaafarana da 545 MW.
Nord Africa grandi potenzialità per transizione energetica, grazie alla qualità (e quantità) di energia solare
Grazie alle favorevoli condizioni di irraggiamento gli impianti solari del Nord Africa possono triplicare la loro resa rispetto a quelli in Europa. Secondo la società di consulenza la potenza fotovoltaica giornaliera della regione varia da 4,8 a 5,6 kWh per kWp, rispetto ai 3,6-4,8 kWh per kWp dell’Europa, a cui va aggiunta anche il notevole potenziale eolico, con una velocità media del vento tra 7 e 10 metri al secondo, superiori alle loro controparti dell’Europa meridionale. Il limite dei paesi nord africani è nella catena di fornitura per soddisfare la crescente domanda di energia solare ed eolica, che è dipendente dalle importazioni da paesi terzi.
Criticità nella catena di fornitura, anche di cavi sottomariniE lo stesso si prevede anche in merito alla disponibilità di cavi sottomarini HVDC e ad altissima tensione (EHV); a partire dal 2023, infatti, l’Europa ha prodotto oltre il 50% di questi cavi, con circa 9.000 chilometri attualmente in circolazione a livello globale. E si prevede che nuovi impianti di produzione aumenteranno questa fornitura a circa 16.000 chilometri entro il 2030. Secondo l’analisi condotta da Rystad Energy, la domanda supererà i 75.000 chilometri entro il 2030, e potrebbe creare uno squilibrio tra domanda e offerta che richiederebbe l’intervento dei produttori asiatici, spingendo le aziende europee a migliorare, con urgenza, la loro capacità produttiva.
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