(Rinnovabili.it) – Efficienza energetica e fonti rinnovabili. Sono questi i due caratteri distintivi della distribuzione energetica dell’Emilia Romagna. La Regione produce con le green energy oltre un terzo dell’energia elettrica (per la precisione il 36% al 2014), frutto di un piano territoriale ben ragionato. Prima Regione italiana a recepire le disposizioni del D.Lgs. 28/2011 in materia di integrazione di impianti a energia rinnovabile negli edifici, l’Emilia Romagna può contare anche su una rete elettrica che ha fatto della flessibilità il suo fiore all’occhiello e che ha visto negli anni crescere la diversificazione nella produzione.
A fare il punto della situazione è il convegno “Infrastrutture a rete ed evoluzione verso le smart grid”, primo appuntamento del percorso partecipato per la realizzazione del nuovo PER e che ha visto coinvolti rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, del mondo dell’università e della ricerca, delle aziende di produzione e distribuzione dell’energia. Secondo i dati diffusi nel corso dell’incontro, l’infrastruttura per la distribuzione elettrica in Emilia-Romagna può contare su un alto grado di efficienza, anche in rapporto alla media nazionale. Infatti se si confrontano la durata media annuale delle interruzioni, senza preavviso, nella fornitura di energia elettrica, l’Emilia-Romagna fa registrare il dato di 38 minuti persi per ogni interruzione, contro i 54 della media nazionale. È poi praticamente dimezzato, rispetto alla media nazionale, il numero medio delle interruzioni lunghe senza preavviso: 2 in Italia, poco più della metà in Emilia-Romagna.
«I dati ci dicono che l’Emilia-Romagna – ha evidenziato Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive e Piano energetico – è un territorio all’avanguardia anche nell’efficienza del sistema delle infrastrutture per l’energia. Il Piano energetico regionale, che nasce come percorso partecipato che stiamo realizzando, ha un obiettivo duplice. Da un lato ottenere risultati di risparmio energetico e di efficienza, aumentare fonti alternativa e ridurre le emissioni, dall’altro, creare opportunità di crescita per le imprese green, uno dei settori maggiormente in espansione in Emilia-Romagna, che ha tenuto il mercato in questi anni di crisi economica».