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Corridoio Sud dell’Idrogeno, anche Algeria e Tunisia sono ufficialmente a bordo

A Roma la firma di una dichiarazione comune di intenti tra Italia, Austria Germania e i due paesi del Nord Africa. Istituito un meccanismo di coordinamento per seguire il progetto con tavoli tecnici

Corridoio Sud Idrogeno: via ai tavoli tecnici con Algeria e Tunisia
crediti: MASE

Tunisia e Algeria si aggiungono al patto tra Italia, Austria e Germania per trasportare idrogeno tra le due sponde del Mediterraneo. Con la firma, oggi a Roma, di una nuova dichiarazione comune di intenti tra i 5 paesi, il progetto del Corridoio Sud dell’Idrogeno inizia a fare qualche passo avanti concreto.

Cosa prevede il nuovo accordo per il Corridoio Sud dell’Idrogeno

L’intesa siglata a Villa Madama non aggiunge né modifica le linee fondamentali del progetto SouthH2 Corridor. Punta invece a rafforzare la cooperazione, soprattutto a livello tecnico, tra tutti i paesi interessati dai 3.300 km di gasdotti adatti a trasportare anche idrogeno.

Roma, Vienna e Berlino avevano già compiuto un passo del genere a fine maggio 2024. L’accordo prevedeva di trasformare il supporto politico in lavori tecnici e cooperazione tra gli stakeholder rilevanti dei 3 paesi.

La dichiarazione d’intenti firmata il 21 gennaio 2025 estende il perimetro dell’iniziativa a Tunisia e Algeria. Prevede per i 5 paesi l’impegno di riunirsi semestralmente a livello di gruppo di lavoro tecnico per monitorare e sostenere l’attuazione del progetto.

L’intesa “sancisce la volontà di Italia, Germania, Austria, Algeria e Tunisia di proseguire i lavori per un corridoio meridionale dell’idrogeno che colleghi i siti di produzione del Nord Africa con l’Unione europea”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.

“Il successo di un progetto così ambizioso non può che passare attraverso un coordinamento tecnico e politico strettissimo e costante che in questi mesi non è mai mancato tra i nostri 5 paesi per assicurare che gli interessi e gli obiettivi comuni fossero il pilastro fondante di questo progetto”, ha aggiunto durante la cerimonia a Villa Madama, a cui è seguito un Forum Imprenditoriale.

Finora, la tabella di marcia è rispettata. L’intesa allargata a Tunisia e Algeria era prevista nella prima metà del 2025. Entro fine 2025 dovrà avvenire lo sviluppo di un rapporto di definizione dell’ambito del SouthH2Corridor. E l’ok allo status di Progetti di reciproco interesse (PMI) nell’ambito del regolamento sulla rete transeuropea per l’energia (TEN-E) nel settimo elenco PCI/PMI europeo.

Il progetto SouthH2 Corridor: cosa sappiamo finora

Il Corridoio Sud dell’Idrogeno prevede la costruzione di nuove pipeline, o il riadattamento di condutture esistenti, per trasportare in Europa l’idrogeno prodotto in Nord Africa. Il SouthH2 Corridor rientra nella strategia europea per il vettore energetico, che prevede di importare dall’estero entro il 2030 almeno 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile.

Da progetto, la pipeline di 3.300 km dovrebbe trasportare 4 mln t di idrogeno l’anno, il 40% del target UE. Idrogeno che dovrebbe essere generato in Algeria (manca però adeguata capacità rinnovabile affinché sia H2 verde) e trasportato via Tunisia fino a Mazara del Vallo, dove sarebbe immesso nella rete italiana per poi accedere ai mercati dell’Europa centrale attraverso Tarvisio. Con una possibile diramazione attraverso la Svizzera (Passo Gries), paese che ha il ruolo di osservatore nel progetto. Il segmento italiano sarà quello principale: lungo 2.300 km, circa 70% dei quali da ottenere tramite riconversione delle condutture gas esistenti e 30% da costruire ex novo.

A inizio dicembre 2024, il Corridoio Sud dell’Idrogeno è stato inserito nella lista dei progetti bandiera dell’UE per il 2025 sotto l’iniziativa Global Gateway, che facilita finanziamenti e realizzazione dell’opera. In precedenza, era già stato inserito nella lista dei progetti di interesse europeo. 

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