Rinnovabili

La Cina riforma le tariffe per le rinnovabili

La Cina riforma le tariffe per le rinnovabili
Foto di Ricardo su Unsplash

Nuovo grande intervento sugli incentivi alle rinnovabili cinesi

La Cina si appresta ad introdurre una nuova grande riforma per le tariffe delle energie rinnovabili. A partire dal 1° giugno di quest’anno, infatti, la tradizionale politica del Feed-in-Tariff (FiT) lascerà spazio ad un approccio basato sulle transazioni di mercato

A darne notizia sono state la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC) e la Amministrazione nazionale per l’energia (NEA) attraverso una nota congiunta pubblicata il 10 febbraio. La comunicazione mette in chiaro quali saranno le future regole per gli impianti rinnovabili collegati alla rete elettrica del paese, distinguendo tra progetti vecchi e nuovi.

I record delle rinnovabili in Cina

Per Pechino si tratta di un’operazione necessaria per accompagnare la nuova fase di sviluppo delle green energy cinesi.

In questi anni il Paese ha raggiunto risultati incredibili superando di volta in volta nuovi record. Nel 2024 ha installato ben 277 GW di nuovo fotovoltaico e 80 GW di eolico, portando la capacità totale cumulata per le due FER non programmabili oltre 1.400 GW. Raggiungendo e superando l’obiettivo che si era fissata per il 2030.

Sul trend ha giocato un ruolo anche il sistema feed-in-tariff adottato nell’ambito della legge sulle energie rinnovabili nel 2008. E grazie a cui per molto tempo è stato possibile fornire alla produzione solare ed eolica un prezzo garantito superiore a quello di mercato.

Raggiunta la grid parity nel 2021

Tuttavia a partire del 2021 con il raggiungimento della grid parity per tutti i nuovi progetti le tradizionali tariffe feed-in sono state gradualmente eliminate a livello nazionale per la maggior parte dei progetti fotovoltaici ed eolici onshore. Le tariffe fisse sono rimaste per l’energia eolica offshore e l’energia solare a concentrazione ma pagate dalle autorità provinciali, e per i piccoli progetti residenziali e comunitari  attraverso un budget nazionale. Legando il resto ad aste e gare.

Oggi secondo gli analisti le condizioni sono ormai mature per passare a una politica dei prezzi basata sul mercato, anche considerando i nuovi costi di generazione. Sia per eolico che per fotovoltaico cinesi gli LCOE sono diminuiti in modo significativo rispetto alle prime fasi di sviluppo, oscillando attualmente tra 0,2-03 yuan per kWh (circa 3 centesimi di dollaro USA). Nel frattempo, i mercati elettrici locali sono maturati, con normative migliorate che facilitano una partecipazione più ampia.

La riforma della tariffe per le rinnovabili cinesi

La riforma delle tariffe per le rinnovabili che entrerà in vigore dal 1° giugno 2025, si concentra su tre aspetti chiave:

“I nuovi progetti energetici possono partecipare alle transazioni quotando quantità e prezzi, oppure possono accettare i prezzi stabiliti dal mercato”, si legge nella nota stampa. “Per la nuova energia elettrica che partecipa a transazioni interprovinciali e interregionali, il meccanismo di prezzo e di negoziazione dell’elettricità in rete deve essere implementato in conformità con le politiche pertinenti sulla trasmissione di energia elettrica interprovinciale e interregionale”.

Inoltre verranno migliorate “le regole di negoziazione del mercato spot, promuovendo la partecipazione equa delle nuove energie al mercato in tempo reale e accelerando la realizzazione della partecipazione volontaria al mercato del giorno prima”.

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