Secondo la società di consulenza Rystad Energy il fotovoltaico diventerà la principale fonte di elettricità in Cina entro il 2026
I dati sulla capacità eolica e fotovoltaica 2024 in Cina
Il 2024 sarà un anno difficile da dimenticare per il comparto energetico cinese. La capacità eolica e fotovoltaica installata a livello nazionale ha finalmente superato quella del carbone come fonte energetica primaria. Un sorpasso storico per un paese che oggi è di gran lunga il più grande consumatore di carbone al mondo. Ma soprattutto un trend che è destinato a calcare sempre più la mano. Lo riferisce la società di consulenza Rystad Energy, analizzando i dati pubblicati dalla National Energy Administration (NEA).
Che il 2024 fosse un anno eccezionale per le energie rinnovabili lo si era già capito. Basti pensare all’Europa che ha celebrato nei primi sei mesi dell’anno il sorpasso di eolico e fotovoltaico sui combustibili fossili a livello di produzione elettrica. O più banalmente al dato italiano: da gennaio a giugno 2024 nel Belpaese la generazione elettrica da rinnovabili ha fornito il 52,9% della produzione nazionale.
Ma se la situazione europea non sorprende più di tanto – nel vecchio Continente il percorso di transizione energetica ha molti più anni alle spalle – per la Cina si tratta di una pietra miliare. Beninteso: in questo caso il dato è quello della capacità in esercizio e non della produzione energetica. Ma ciò non toglie che si tratti di un momento importante per la storia energetica del paese.
“Siamo in un momento cruciale sia per la Cina che per la transizione energetica globale”, commenta Simeng Deng, analista senior, Rystad Energy. “Con solide pipeline di progetti rinnovabili in atto, il paese è sulla buona strada per liberarsi della sua reputazione di maggiore emettitore di gas serra e consumatore di energia al mondo. L’energia solare sarà fondamentale per questa trasformazione, con progressi nelle catene di fornitura, nelle infrastrutture e nelle aggiunte di capacità destinate a superare il carbone nella futura produzione di energia. Questo cambiamento potrebbe essere un traguardo storico, trasformando potenzialmente la Cina da un gigante dipendente dal carbone a un leader nell’energia pulita”.
Nel 2024 installati 8 GW da carbone e 130 GW di rinnovabili
Entrando nel dettaglio dei dati, si evidenziano trend di segno opposto. Dal 2020, in Cina la nuova capacità eolica e fotovoltaica ha regolarmente superato i 100 GW installati l’anno. Un tasso di crescita superiore a quello del carbone di 3-4 volte. Lo slancio verso le rinnovabili ha raggiunto il suo picco nel 2023 con un record di ben 293 GW di nuove installazioni eoliche e solari.
Ma anche i primi sei del 2024 si prospettano interessanti con una nuova capacità aggiunta di oltre 100 GW rinnovabili. Nel dettaglio da gennaio a giugno sono stati attivati 25 GW di nuova capacità eolica, con stime di Rystad Energy che prevedono altri 50 GW nella seconda metà dell’anno. Bene anche il fotovoltaico con 105 GW aggiunti nella prima metà di quest’anno, che dovrebbero diventare 230 GW per la fine del 2024.
Nello stesso tempo il combustile fossile ha rallentato. L’anno scorso, sono stati aggiunti circa 40 GW di energia a carbone, ma questa cifra è crollata a 8 GW nella prima metà del 2024, secondo le stime di Rystad Energy. Il motivo? In parte le nuove restrizioni governative sui progetti.
Fotovoltaico, prima fonte di elettricità in Cina nel 2026
“Gli sforzi sono ora concentrati sull’eliminazione graduale delle centrali a carbone più piccole, sull’ammodernamento di quelle esistenti per ridurre le emissioni e sull’applicazione di standard più rigorosi per i nuovi progetti“, scrive la società. “Di conseguenza, il divario di capacità aggiuntiva annuale tra carbone ed energia pulita si è ampliato drasticamente, raggiungendo una differenza di 16 volte nella prima metà del 2024“.
Secondo Rystad Energy il fotovoltaico diventerà la principale fonte di elettricità in Cina entro il 2026. Ma con la crescita della capacità energetica verde, la nazione si troverà ad affrontare mano mano nuove sfide, tra cui il miglioramento della flessibilità di rete. In questo contesto il piano nazionale per incrementare i sistemi di accumulo energetico appare essenziale.