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Rapporto Adeguatezza del sistema elettrico: i rischi al 2028-2035

L'aumento di FER non programmabili e accumuli sta riducendo le ore di funzionamento del termoelettrico, con rischio di dismissione impianti per insostenibilità economica. Progressivo spostamento dei periodi critici per l'adeguatezza della stagione estiva a quella invernale, tuttavia, ma il picco di carico rimane estivo. Tutti dati nel report di Terna

Rapporto Adeguatezza del sistema elettrico: i rischi al 2028-2035
Foto di Igor Dibrovin da Pixabay

Rapporto Adeguatezza Italia mostra l’evoluzione del sistema elettrico

Su quali tendenze si muove l’adeguatezza del sistema elettrico italiano? A rispondere è ancora una volta Terna in un report verticale che analizza la capacità del sistema nazionale di soddisfare la domanda di energia nel medio-lungo termine.

Un documento – il Rapporto Adeguatezza Italia (RAI) – giunto al suo quinto anno di pubblicazione e in grado di mostrare i possibili rischi per la sicurezza e l’affidabilità del comparto. Sia oggi che nel futuro a medio termine. L’analisi di Terna si muove infatti su tre orizzonti temporali: il 2028, il 2030 e il 2035. E traduce i cambiamenti in corso nel settore in possibili scenari di rischio. Mutamenti che sono ormai sotto agli occhi di tutti.

I cambiamenti in corso nel sistema elettrico italiano

Con l’aumento in rete di eolico e fotovoltaico il Belpaese sta migliorando la sua autosufficienza energetica e l’impronta di carbonio. Grazie al contributo di queste due fonti rinnovabili non programmabili e alla ripresa dell’idroelettrico nel 2024 le green energy nostrane hanno registrato il dato di copertura della domanda più alto di sempre. Ben il 41,2% del totale, lasciando ai carburanti fossili e alle importazioni rispettivamente una quota del 42,5% e del 16,3%.

FABBISOGNO ELETTRICO – Ma questa aumentata penetrazione sta presentando sfide via via sempre più complesse nella gestione del sistema elettrico. Soprattutto considerando le previsioni sulla domanda.

Il Rapporto Adeguatezza Italia stima infatti un fabbisogno elettrico medio destinato ad arrivare a 334,8 TWh nel 2028 per poi salire  a 361,9 TWh nel 2030 e a 396,9 TWh nel 2035, grazie anche alla rapida crescita degli elettrolizzatori dal 2030 in poi.

PICCO DI CARICO – Di pari passo anche il picco di carico continuerà a crescere sotto la spinta crescente dei veicoli elettrici, delle pompe di calore e delle condizioni  climatici. Sono proprio queste ultime a “incastrare” il picco di carico maggiore nella stagione estiva (fino al 2007 il picco di carico maggiore si verificava in inverno).

FER NON PROGRAMMABILI – In questo contesto qual è il contributo medio delle fonti rinnovabili non programmabili all’adeguatezza del sistema elettrico? Secondo Terna abbastanza limitato come mostra il confronto tra la stima della capacità massima installabile e quella della capacità disponibile in probabilità  (CDP). La CDP è calcolata applicando dei tassi di riduzione alla potenza installata che tengano conto della probabilità che la risorsa sia effettivamente disponibile. 

Fotovoltaico al 2030:

  • Pmax: 79,2 GW
  • CDP: 9,5 GW

Eolico al 2030:

  • Pmax: 28,1 GW
  • CDP: 4,5 GW

Fotovoltaico al 2035:

  • Pmax: 100,0 GW
  • CDP: 12,0 GW

Eolico al 2035:

  • Pmax: 37,1 GW
  • CDP: 5,9 GW

ACCUMULI – In ogni caso per abilitare l’integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico l’Italia avrà bisogno di  nuova capacità di accumulo. Il report di Terna stima per il 2028 necessari 65,1 GWh di accumuli tra pompaggi esistenti, impianti di storage in Capacity Market e piccoli sistemi con rapporto energia/potenza medio di circa 2 ore. Il valore aumenterebbe nel 2030 a 121,5 GWh grazie anche ai nuovi progetti di accumulo su scala utility del MACSE, con un rapporto energia/potenza elevato (almeno 4 ore). E 173,7 GWh nel 2035.

TERMOELETTRICO – Il risultato di nuove FER e accumuli? Nel tempo le ore di funzionamento degli impianti termoelettrici andranno riducendosi, con conseguente rischio di dismissione degli stessi per insostenibilità economica. Le simulazioni del TSO prevedono una significativa riduzione della capacità termoelettrica disponibile, con valori inferiori al necessario per garantire l’adeguatezza del sistema, portando a un aumento delle ore di LOLE (Loss of Load Expectation) oltre i limiti accettabili.

Il rapporto sottolinea la necessità di meccanismi di contrattualizzazione a termine della capacità, poiché i soli segnali di prezzo dei mercati spot non sono sufficienti a garantire la copertura dei costi degli impianti termoelettrici. E conferma che la capacità termoelettrica sarà sempre più necessaria per coprire i picchi di potenza, specialmente nelle ore critiche, anche se il suo utilizzo per la copertura del carico energetico diminuirà.

Leggi qui il rapporto sull’adeguatezza del sistema elettrico

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