
Un sistema elettrico italiano completamente decarbonizzato entro il 2040 è una prospettiva fattibile. Sia dal punto di vista tecnico che da quello economico. Quali sono le strategie migliori per accompagnare il sistema energetico italiano verso 100% rinnovabili e raggiungere la neutralità climatica? Quali dovrebbero essere le priorità politiche? E come creare le giuste sinergie per accelerare la transizione?
Sono le domande a cui prova a rispondere un rapporto di “100% rinnovabili network” con contributi di 25 accademici ed esperti.
Verso un’Italia 100% rinnovabili
Il punto di partenza è l’inversione di paradigma generata dallo sviluppo delle tecnologie rinnovabili. E dal crollo dei prezzi dell’elettricità pulita. Il rapporto ricorda che l’elettricità da solare ed eolico risulta oggi tre volte più conveniente dei combustibili fossili, se si considerano i costi esterni legati ad emissioni climalteranti e impatti sanitari.
Secondo tassello, che definisce il perimetro della strategia per decarbonizzare il sistema energetico italiano: più integrazione settoriale. È necessario abbracciare il superamento della tradizionale separazione tra settori elettrico, termico e trasporti, una innovazione di portata sistemica.
Lo studio propone un modello dove:
- le batterie dei veicoli elettrici forniscono servizi di stabilizzazione alla rete
- gli impianti di bio-metano integrano la produzione elettrica tramite gassificazione di scarti agricoli
- le reti di teleriscaldamento assorbono surplus termici da processi industriali. Questa integrazione riduce del 40% i picchi di domanda rispetto agli scenari settoriali tradizionali, abbattendo i costi di accumulo.
Il terzo tassello consiste nello sfruttare appieno il binomio solare-eolico. Puntando sulla loro complementarietà stagionale, che permette di ottimizzare il fabbisogno nazionale di accumuli per compensare l’intermittenza di sole e vento.
L’analisi dimostra come l’anti-correlazione tra produzione solare (estiva) ed eolica (invernale) permetta di ridurre del 60% la necessità di accumuli stagionali rispetto a sistemi basati su una singola fonte. I modelli di co-localizzazione geografica citati indicano che un mix 60% solare – 40% eolico ottimizza l’accoppiamento con i profili di domanda.
Il vero potenziale eolico
Su questo punto, il rapporto di 100% rinnovabili network contesta le stime accolte dal governo sul potenziale dell’eolico a terra in Italia. Il vero potenziale “è più che sufficiente per un ruolo di equilibrio stagionale della fonte solare” e va calcolato considerando i progressi avvenuti negli ultimi due decenni. In particolare, turbine a bassa potenza specifica, adatte ai regimi di vento medi, ovvero le condizioni più diffuse in Italia.
Ribaltare il concetto di aree idonee
Per accelerare l’incremento della capacità rinnovabile installata, il rapporto suggerisce di “rifondare” il concetto di aree idonee. Riavvicinandolo alla sua ratio iniziale. Che non era quella di permettere agli enti locali di definire le aree non idonee, bensì di indirizzare le rinnovabili lì dove le procedure autorizzative devono essere accelerate.
“Il pasticcio attuale tra governo ed enti locali sulle aree idonee potrebbe essere risolto con una semplice modifica legislativa, che renda libere le amministrazioni locali di dichiarare inidonea un’area per eolico e solare purché quella stessa area sia sottoposta a vincolo di riserva naturalistica integrale”, suggerisce il rapporto.