(Rinnovabili.it) – Innovativi impianti di stoccaggio energetico e smart grid, ma anche interconnector, gasdotti e oleodotti. Sono questi i protagonisti dei ben 195 progetti su cui Bruxelles intende costruire la sua Unione dell’Energia. 195 infrastrutture energetiche irrinunciabili secondo l’Esecutivo europeo che dovranno, da un lato migliorare la sicurezza sul territorio comunitario, dall’altro fare da collante fra i differenti mercati energetici.
L’elenco aggiornato di questi progetti di interesse comune (PIC) è stata adottato ieri da Bruxelles che,, nell’occasione, ha ricordato come queste opere potranno contare sia su procedure di autorizzazione accelerate (della durata massima di tre anni e mezzo) e migliori condizioni normative, sia su finanziamenti ad hoc. In linea di principio le infrastrutture energetiche dovrebbero essere finanziate dal mercato e dalle bollette degli utenti, ma in previsione dei colossali investimenti che questa strategia richiede l’UE ha istituito alcuni fondi, come il meccanismo per collegare l’Europa (CEF) e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), che contribuiranno a mobilitare i capitali necessari, pari a 5,35 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.
“Perché l’energia possa circolare liberamente in Europa è indispensabile poter contare su infrastrutture moderne e affidabili”, ha dichiarato Miguel Arias Cañete, Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia. “Questi progetti ci aiuteranno a integrare i mercati dell’energia, a diversificare le fonti e le rotte e a porre fine all’isolamento energetico che caratterizza alcuni Stati membri”.
Tra le varie facilitazioni che i 195 PIC riceveranno tuttavia, alcune potrebbero destare una certa preoccupazione come nel caso valutazione ambientale che sarà – parole della Commissione Europea – più rapida e più snella;
Per essere incluso nell’elenco (che viene aggiornato ogni due anni), un progetto deve dimostrare di offrire vantaggi significativi ad almeno due Stati membri, contribuire all’integrazione del mercato e a una maggiore concorrenza, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre le emissioni di CO2. “L’elenco dei progetti adottato oggi contribuirà a garantire che le risorse di cui disponiamo servano allo scopo: assicurare agli europei un’energia pulita e a prezzi ragionevoli”, continua Canete, forse dimentico che proprio così pulita questa energia non sarà. Nella lista figurano infatti 77 riguardanti direttamente il gas e 7 il petrolio.
Basti guardare all’Italia: il Bel Paese, a cui è stato affidato un ruolo centrale nella creazione di un hub energetico nel Mediterraneo ha in lista 16 progetti che si concentrano principalmente sugli interconnettori elettrici e sul fronte del gas.
In realtà, rispetto all’ultima revisione, la Commissione europea ha praticamente dimezzato i PIC italiani. Tra questi appaiono: la costruzione del Tap (Trans-Adriatic Pipeline), gli interconnector con Francia, Svizzera ed Austria), il gasdotto Italia-Malta con il rigassificatore Gela e il reverse flow con la Svizzera al Passo Gries.