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L’industria europea chiede un mercato energetico 2030 equo

Vestas, Acciona e altre sei società energetiche europee chiedono a Bruxelles un ambizioso obiettivo vincolante in tema di rinnovabili

L’industria europea chiede un mercato energetico 2030 equo(Rinnovabili.it) – Dare al quadro energetico 2030 dell’Unione europea strumenti ed obiettivi importanti per rassicurare gli investitori e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento. E’ quanto chiedono oggi otto società europee, tra cui Vestas ed Acciona, in una nota stampa congiunta. Collettivamente, il gruppo rappresenta 176.000 posti di lavoro e più di 250 miliardi di euro di fatturato annuo e sta fornendo tecnologie di produzione, attrezzature ed energia pulita in oltre 70 paesi in tutto il mondo. “L’Europa deve rimanere sulla strada che ha scelto – scrivono le otto società. – Il 2030 è già alle porte. Il settore energetico ha lunghi cicli di investimento, e le decisioni di investimento nei mercati liberalizzati dell’energia hanno bisogno di tutta la certezza politica possibile”.

 

La ricetta indicata per minimizzare i costi degli investimenti è una sola: un mercato energetico 2030 stabile e prevedibile con un ambizioso obiettivo vincolante in tema di rinnovabili ed un target altrettanto importante sulla riduzione dei gas serra. Rafforzando e coordinando reciprocamente gli obiettivi si potrà secondo l’industria minimizzare significativamente l’incertezza e i rischi connessi agli investimenti, riducendo i costi di capitale e quindi il livello di sostegno finanziario supplementare necessario. “Questo quadro aiuterà la competitività dell’Europa guidando l’innovazione, la leadership tecnologica, e la creazione di nuovi posti di lavoro. Abbasserà i costi della nostra energia e le bollette elettriche, contribuendo a rimuovere la necessità di futuri incentivi alle energie rinnovabili”. Solo in questo modo, secondo le otto società, si potrà dar vita ad un mercato equo e competitivo, che sia aperto a tutte le tecnologie energetiche, consentendo tutti i vantaggi di una vera concorrenza.

Per garantire ciò, aggiunge la nota stampa “il sistema di scambio di emissioni deve essere rivisto in modo che le esternalità siano prese in considerazione nel prezzo di mercato”.