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IEA: un mondo affamato di carbone

Cina e India guideranno l’aumento dei consumi per i prossimi cinque anni. Solo gli Usa conterranno la propria domanda avendo spostato l’asse energetico sul gas scisto

(Rinnovabili.it) – La quota del carbone nel mix energetico mondiale continuerà a crescere al punto di tentare l’ardito sorpasso del petrolio nel 2017. Le previsioni sono quelle rilasciate dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e pubblicate all’interno del suo annuale Medium-Term Coal Market Report (MCMR). Il documento sottolinea come, nonostante il tasso di crescita di questa fonte fossile abbia rallentato il ritmo vertiginoso degli ultimi dieci anni, il consumo mondiale di carbone arriverà nell’arco dei prossimi cinque anni a 4.320 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, ovvero solo 80 milioni di tonn in meno rispetto al petrolio nella stessa data.

 

Sulla base delle proiezioni a medio termine della IEA, la domanda aumenterà in ogni regione del mondo, ad eccezione degli Stati Uniti, dove il carbone è progressivamente rimpiazzato dal gas naturale. “Grazie alle abbondanti forniture e all’insaziabile domanda  di energia da parte dei mercati emergenti, il carbone ha soddisfatto quasi la metà della nuova domanda energetica globale  nel corso del primo decennio del 21 ° secolo”, ha spiegato il direttore esecutivo dell’AIE Maria van der Hoeven. “Questo rapporto sottolinea come la tendenza continuerà nel medio termine. In realtà, il mondo brucerà circa 1,2 miliardi di tonnellate di carbone l’anno entro il 2017 rispetto ad oggi – equivalente al consumo di carbone di Russia e Stati Uniti messi insieme. E se non saranno apportate modifiche importanti alle politiche attuali la quota nel mix energetico globale continua ad aumentare, superando il petrolio in un decennio”.

 

Cina e India guideranno l’aumento dei consumi per i prossimi cinque anni, la prima superando il resto del mondo in termini di domanda, la seconda divenendo il più grande importatore di carbone via mare. La relazione rileva che, in assenza di un prezzo alto per questa materia prima, solo una forte concorrenza del gas potrebbe contrastare la tendenza prevista. “L’esperienza degli Stati Uniti suggerisce che un mercato del gas più efficiente, caratterizzato da prezzi flessibili e alimentato da risorse indigene non convenzionali che vengano prodotte in modo sostenibile, è in grado di ridurre l’uso del carbone, le emissioni di CO 2 e la bolletta elettrica dei consumatori, senza danneggiare la sicurezza energetica”, ha continuato van der Hoeven. “Europa, Cina e altre regioni dovrebbero prendere nota.”

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.