L’istituto di Parigi avverte: il settore delle green energy crescerà in maniera importante ma sarà il gas a divenire la prima fonte di energia entro il 2030
(Rinnovabili.it) – Gli eventi dell’ultimo anno hanno aumentato le incertezze a lungo termine che il settore energetico mondiale dovrà affrontare. A spiegare le nuove sfide con cui dovrà confortarsi il comparto è il World Energy Outlook 2014 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia IEA, rapporto finalizzato a mettere in guardia i decisori politici del rischio che le problematiche di oggi possano distrarre dal riconoscere ed affrontare nel giusto modo i fattori di stress per il sistema energetico. Nello scenario centrale del WEO-2014, la domanda di energia primaria mondiale crescerà del 37% entro il 2040, mettendo ancora più pressione ad un sistema già oggi in difficoltà. Una pressione che sarebbe ancora più forte se non fosse per le misure di efficienza oggi messe in campo a livello globale, vero e proprio freno alla crescita della domanda.
Secondo questo stesso scenario la richiesta mondiale di due dei tre combustibili fossili – carbone e petrolio – si stabilizzerà entro il 2040, anche se il livellamento di entrambi sarà il risultato di andamenti molto diversi nei vari paesi. A fare la parte del leone sarà però il gas naturale, che entro il 2030 diventerà la prima fonte di energia, con una domanda prevista in crescita di oltre il 50%. Allo stesso tempo, le tecnologie per le energie rinnovabili guadagneranno rapidamente terreno, aiutati dal calo dei costi e dai sussidi (stimati in 120 miliardi dollari nel 2013) al punto che tra 26 anni il mix energetico mondiale sarà divisa è diviso in quattro parti quasi uguali: fonti a basso tenore di carbonio (nucleare e rinnovabili), petrolio, gas naturale e carbone.
Nel dettaglio il report individua ottime prospettive per le green energy: rappresenteranno quasi la metà della crescita globale nella produzione di energia per il 2040, superando il carbone come fonte di energia. In questo contesto l’apporto maggiore deriverà dall’eolico, seguito dall’idroelettrico e quindi dal fotovoltaico. Ma seppur positivo questo scenario, avverte la IEA, non sarà sufficiente ad evitare la crescita della temperatura terrestre oltre il limite dei 2° C indicati dal mondo scientifico. Fatih Birol capo economista della IEA sostiene che gli investimenti nelle energie a basse emissioni di carbonio dovrebbero aumentare di quattro volte rispetto ai livelli attuali per soddisfare le richieste climatiche. Ad oggi invece le rinnovabili continuano a ricevere sovvenzioni decisamente inferiori alle fonti fossili. “Incentivare il carbone, il petrolio e il consumo di gas, significa esser costretti a pagare per inquinare il mondo, pagare per utilizzare l’energia in modo inefficiente”, ha aggiunto Birol.
“La IEA incolpa correttamente i sussidi ai combustibili fossili e la mancanza di volontà politica di scoraggiare gli investimenti nei combustibili fossili: questo è un elemento chiave per dare priorità alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica”, sostiene Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia sottolineando però che, nonostante il rapporto critichi gli alti costi, le barriere tecnologiche, l’impatto ambientale, l’Agenzia non abbraccia del tutto il percorso verso l’energia rinnovabile combinata con la più alta efficienza energetica come la vera opzione di sviluppo futuro. “Il rapporto dice anche che a meno che le politiche non cambino radicalmente, gran parte dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa, resteranno in estrema povertà energetica, mentre in altre regioni soffocate dall’inquinamento atmosferico provocato dai combustibili fossili, si aggraveranno i problemi di salute”.